Pranzo di Natale? Mascherine giù a turno, dando vita ad un’alternanza simile ad una “danza anti-Covid“. Sono destinate a far discutere, e forse anche a suscitare una certa ironia, le indicazioni fornite da Gaetano Settimo, del Dipartimento Ambiente e Salute dell’ISS (Istituto Superiore di Sanità), in relazione alle misure di prevenzione da porre in atto per evitare il contagio in ambito domestico, soprattutto in vista del Natale e di un pranzo che si preannuncia potenziale veicolo di infezione. L’esperto, intervenuto nel corso della conferenza stampa dell’8 dicembre sull’analisi della situazione epidemiologica Covid-19, dopo essersi soffermato sull’importanza del ricambio dell’aria, suggerendo di “aprire finestre e balconi per 5-10 minuti ogni ora“, ha infatti illustrato le misure da intraprendere a tavola per ridurre i rischi. Proprio sul pranzo festivo di Natale, il dottor Settimo ha dichiarato: “Se sono presenti più persone che mangeranno nella stessa stanza, alternare le mascherine abbassate potrebbe essere fondamentale: l’abbassamento della mascherina, alternarsi nel farlo, può rappresentare un elemento decisivo per contenere il rischio“. Misure certamente validissime quelle dell’esperto ISS, ma forse difficilmente applicabili nel corso di un pranzo di Natale…



ESPERTO ISS: “A TAVOLA ALTERNATE LE MASCHERINE ABBASSATE”

Nel corso del suo intervento, Gaetano Settimo ha ribadito il consiglio di “aprire con maggiore frequenza, anche con intermittenza, delle finestre e dei balconi“, suggerendo, per chi vive “nelle grandi città” di “aprire le finestre più lontane dalle principali vie da traffico per evitare di introdurre inquinamento esterno nelle nostre abitazioni“. Secondo Settimo, aprire le finestre “non aumenta i costi energetici, o almeno non tanto. Il tema centrale è ridurre il rischio di diffusione del Sars-CoV-2, serve aprire le finestre anche se fuori fa molto freddo“. Il dottor Settimo ha infatti ricordato come “tutti gli impianti domestici di condizionamento non ricambiano l’aria ma movimentano l’aria già presente; quindi, se non correttamente gestito attraverso un ricambio con l’apertura delle finestre, ciò può rappresentare un rischio perché c’è una concentrazione di inquinanti chimici oltre alla criticità per la presenza di più soggetti“.



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