Prato: in manette il comandate dei Carabinieri Sergio Turini accusato di corruzione

In seguito ad un’ampia indagine condotto dalla procura di Firenze – su mandato del distretto antimafia – oggi è stato arrestato il comandante dei Carabinieri di Prato, il 55enne Sergio Turini, con misure cautelari nei confronti anche di altri due suoi collaboratori, tra un noto imprenditore locale e il titolare di un’agenzia investigativa torinese. Contro tutti e tre l’accusa principale è quella di corruzione, ma come riporta il quotidiano Il Tirreno, contro Sergio Turini si ipotizzano anche i reati di ‘atto contrario ai doveri d’ufficio, accesso abusivo ai sistemi informatici, peculato, omessa denuncia di reato e omissione di atti d’ufficio’: accuse gravissime che quasi certamente causeranno l’allontanamento del tenente maggiore dal corpo di Carabinieri di Prato.



Gli altri due indagati di cui vi abbiamo anticipato sono Riccardo Matteini Bresci – imprenditore tessile pratese di 66 anni, noto in quanto socio di maggioranza del Gruppo Colle di Cantagallo – e il coetaneo torinese Roberto Moretti, proprietario di un’agenzia investigativa con sede a Prato: entrambi (a differenza dell’ex comandante dei Carabinieri) si trovano attualmente ai domiciliari, con la sola accusa – comunque gravissima – di corruzione. Sergio Turini, invece, dal conto suo era uno degli uomini dell’Arma più conosciuti a Siena, dopo 5 anni passati in quel di Poggibonsi dedicati alla lotta al narcotraffico.



L’inchiesta contro l’ex comandate dei Carabinieri di Prato: regali in cambio di informazioni e favori

Per ora il comando dei Carabinieri di Prato non ha ancora commentato la vicenda di Sergio Turini, fuorché per una nota nella quale si precisa che da pochi giorni era stato disposto il suo trasferimento e che i vertici stanno valutando le procedure per il suo allontanamento, quasi certamente successivo all’effettiva condanna. Nessun commento pervenuto neppure dai tre indagati, anche (o forse) perché da quanto emerge in queste ore l’impianto accusatorio contro Sergio Turini è piuttosto solido dato che sarebbe supportato dagli accessi a suo nome agli atti riservati dei Carabinieri di Prato e provincia.



Secondo le indagini fiorentine, infatti, l’uomo si sarebbe introdotto in almeno 99 casi alle banche dati dell’Arma per ricavare informazioni utili ai due sodali: l’imprenditore avrebbe ricevuto informazioni riservate su clienti, dipendenti e fornitori, e l’investigatore soffiate su possibili clienti. In cambio l’ex comandante dei Carabinieri di Prato avrebbe ricevuto da Matteini Bresci il pagamento di un viaggio da 5mila euro negli States per suo figlio e un tentativo di pressioni sugli esponenti politici per evitarne il trasferimento; mentre Moretti ha ‘regalato’ a Sergio Turini – in cambio dei suoi servigi – tre bottiglie di vino pregiato dal valore stimato di 1.800 euro.