Il Preconio pasquale, solenne canto liturgico della Veglia Pasquale, è uno dei momenti più significativi della celebrazione che, nella notte fra il Sabato Santo e la Pasqua, annuncia la Resurrezione del Signore Gesù. Il valore dell’Exsultet (il nome in latino del canto del Preconio pasquale) è talmente grande, sia dal punto di vista spirituale sia da quello artistico, che addirittura Wolfgang Amadeus Mozart affermò: “Rinuncerei a tutta la mia musica pur di aver composto l’Exsultet”.
Andiamo allora a scoprire meglio che cos’è il Preconio pasquale. Innanzitutto il nome: come abbiamo accennato, in latino è Exsultet, che è la terza persona del congiuntivo presente del verbo esultare. Molto semplicemente, è la prima parola del testo che comincia così: “Exsultet iam angelica turba caelorum“, che in italiano possiamo tradurre con “esulti il coro degli angeli”.
Come vedremo, fra il Preconio pasquale del rito romano e quello del rito ambrosiano vi sono delle differenze, ma l’incipit è identico e dunque anche il nome in latino. La parola preconio indica invece che si tratta di un testo poetico di annuncio solenne: il Preconio pasquale naturalmente porta l’annuncio più solenne possibile per la Chiesa, cioè quello della Resurrezione del Signore Gesù.
IL PRECONIO PASQUALE: CANTO SOLENNE PER LA RESURREZIONE
Il Preconio pasquale viene cantato nella prima parte della Veglia Pasquale, subito dopo il rito iniziale con il Cero che viene portato in chiesa ad illuminare l’edificio sacro, lasciato buio all’inizio della celebrazione eucaristica della notte di Pasqua. Prima ancora che inizi la Liturgia della Parola viene dunque proclamato il Preconio, se possibile da un diacono o da un cantore preposto all’esecuzione di questo canto solenne, in alternativa dal sacerdote.
Se ne hanno testimonianze sin dalla fine del IV secolo, essendo fin da allora una parte fondamentale della Veglia Pasquale, benché il testo attuale per il rito romano si sia consolidato e uniformato nell’attuale versione solo nella seconda metà del XII secolo con Papa Innocenzo III. Dopo un prologo comune infatti, il testo del Preconio è diverso tra il rito romano e quello ambrosiano, diffuso in gran parte della Arcidiocesi di Milano e in alcune zone limitrofe ad essa.
Il Preconio dunque annuncia al popolo cristiano la grande gioia della Pasqua, la Resurrezione del Signore Gesù che ha distrutto le tenebre della morte e del peccato: esso invita tutta l’assemblea a gioire per il compiersi della profezia del mistero pasquale, ripercorrendo nel canto i prodigi della storia della salvezza.