La situazione Covid in Italia: “Dobbiamo preoccuparci, nel senso che l’Rt 1.21 è l’elemento che ci inquieta” esordisce così il virologo Fabrizio Pregliasco, docente all’università Statale di Milano, ospite di ‘Agorà‘ su RaiTre da Luisella Costamagna. La cosa positiva è che si tratta di una crescita lineare e progressiva e che permette di gestire al meglio l’incremento dei numeri dei casi. “Intorno a noi c’è una situazione non piacevole: abbiamo la Slovenia, l’Austria, giusto appunto le regioni al confine messe un pò peggio anche perchè purtroppo poco vaccinate. Una situazione quindi che non può non preoccuparci”.



Prevenire il disastro e salvare il Natale sono le priorità e si possono mettere in atto con la vaccinazione. La preoccupazione si amplifica se si prende in considerazione uno studio americano, che come ha riferito la Costamagna, prevede a gennaio, per la Lombardia, un’occupazione delle terapie intensive al 60%. Viene definito “rischio da stress estremo.” “Temo che questo valore debba essere preso assolutamente in considerazione per gestire al meglio e anticipare questa opzione. I vari modelli matematici effettivamente ci dicono che in Italia intorno a Natale saremo intorno ai 30 mila casi, non sono tantissimi grazie alla vaccinazione, e non stravolgono il sistema sanitario come fu nelle precedenti ondate”.



“Terza dose a causa della variante Delta”

L’unica arma per scongiurare il peggio è il vaccino. Nel programma di Rai Tre ci si chiede inoltre se è ancora il caso di ribadirlo, ormai dovrebbe essere chiaro. Pregliasco sottolinea come la Variante Delta abbia avuto un ruolo importante nello scenario della Pandemia: “Il vaccino è stato determinante per evitare quello che poteva essere un effetto ben peggiore della Variante Delta, che ha cambiato le carte in tavola”, sottolinea l’esperto.

“Questo virus è veramente perfido perché riesce in qualche modo a sfuggire e rendere necessaria una continua “messa a punto”. Se non ci fosse stata la variante Delta, questa copertura vaccinale anche a sei mesi di distanza, poteva essere sufficiente in termini statistici complessivi. Invece a causa di questo rigurgito di casi anche nei giovani, che con la variante Delta sono più colpiti, ci costringono a rilanciare ancora, rafforzando la protezione vaccinale.” Si parla poi dei bambini sotto i 12 anni: sono il 10% della popolazione che non si vaccina. “ La Variante Delta li colpisce di più, sarà anche lì una scommessa avvicinare i genitori all’opportunità della vaccinazione”, conclude l’esperto.