Fabrizio Pregliasco, direttore del Galeazzi di Milano e di Anpas, è intervenuto nelle scorse ore a Rai Radio 1, ospite della trasmissione “Un Giorno da Pecora”, per fare il punto della situazione sul Coronavirus in Italia, anche e soprattutto in vista della seconda porzione della stagione autunnale e dell’inverno, periodo in cui, inevitabilmente, cominceranno a scadere i canonici sei mesi dopo le seconde dosi di vaccino e la popolazione sarà maggiormente esposta al rischio di contagio da Covid.
“Questo Covid rimarrà un po’ endemico – ha esordito l’esperto –. In alcuni Paesi la cosa sta risalendo e quindi anche noi questo inverno potremmo doverlo mettere in conto, poiché altre pandemie possono arrivare”. Un’affermazione che non può certo essere accolta con il sorriso sulle labbra, ma serve ancora mantenere un atteggiamento di prudenza e… aspettare: “Vediamo come andranno le cose nei prossimi mesi. Se anche da noi, com’è probabile, accadrà quello che sta succedendo in Inghilterra…”. Un periodo ipotetico non completato, ma che lascia intendere come l’emergenza sanitaria sia tutt’altro che alle spalle.
FABRIZIO PREGLIASCO: “CENE NATALIZIE? NON BISOGNA ECCEDERE CON IL NUMERO DEGLI INVITATI”
Pregliasco, su “Rai Radio 1”, ha affrontato il tema della possibile risalita dei contagi: “Potrebbe esserci, viste anche tutte le riaperture e il ritorno in presenza del lavoro. Inoltre, potrebbero esserci altre chiusure in caso di diffusione della variante Delta Plus. La nuova variante è il 10% più contagiosa della Delta, anche se per fortuna meno pericolosa”. Tra un po’, peraltro, sarà tempo di festeggiare il Natale: in quanti si potrà stare a tavola per i pranzi e le cene natalizie? “Non bisogna eccedere, al massimo 6 o 8”.
A “Mattino Cinque”, invece, il professore ha risposto alla domanda sulla terza dose: “Suggerisco di farla, non sarà obbligatoria, ma sulla base di come sarà l’andamento dei contagi si modulerà la platea dei vaccinabili. L’immunità di gregge? Proprio perché il vaccino non protegge al 100% e una quota di vaccinati può cadere nell’infezione, essa non sarà raggiunta. Bisogna anche considerare che per ora ci si vaccina solo dai dodici anni in su”.