«Il virus è ancora tra noi, è cattivo e uccide: l’unico modo per contrastarlo è il vaccino. I numeri parlano chiaro: in terapia intensiva per ogni ricoverato vaccinato ce ne sono 9,25 non vaccinati». Parla chiaro Fabrizio Pregliasco, virologo membro della task force anti covid della Lombardia, direttore sanitario dell’Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano e ricercatore dell’Università di Milano. Interpellato dai microfoni del quotidiano Il Tirreno, l’esperto scienziato ha analizzato la situazione attuale della pandemia, sottolineando come sia fondamentale vaccinarsi, l’unica vera arma che abbiamo al momento per contrastare il terribile virus: «E’ l’unica arma per combattere questo virus che è ancora con noi, è cattivo e uccide. Non si può abbassare la guardia di fronte a una malattia così grave anche se stanno arrivando nuovi farmaci, nuove terapie di cura. Non vale la pena subire una problematica del genere, perché anche chi guarisce ha conseguenze e postumi importanti». E su quest’ultima affermazione precisa: «Anche i più giovani guariti dal Covid, per un quarto hanno problemi di respirazione, perché il primo organo che colpisce il Covid è il polmone, hanno problemi neurologici e cardiologici. Questo è il messaggio che va trasmesso a mio avviso, perché bisogna avere contezza della malattia e della sua gravità».
Sulle obiezioni sollevate spesso e volentieri dai no vax circa il fatto che anche i vaccinati possono infettarsi e infettare, Pregliasco fa chiarezza: «Purtroppo passano dei messaggi non chiari, c’è una sorta di infodemia: si dice che il vaccino va bene ma poi si dà grosso risalto a un morto per vaccino. Questo è un caso rarissimo, su 80 milioni di dosi. Certo, il rischio esiste ma è molto, infinitamente inferiore rispetto al rischio di contrarre la malattia. E dovremmo dire che si possono avere rischi e controindicazioni anche da un’aspirina, ma questo fa meno notizia…».
PREGLIASCO: “QUELLO CONTRO IL COVID E’ UN VERO VACCINO”
E sulle accuse, altro classico dei no vax, circa il fatto che il vaccino contro il covid non sia un vero e proprio vaccino, Pregliasco replica: «Certo che è un vero vaccino, è un vaccino inattivato realizzato con una metolodogia conosciuta da dieci anni, quella a Rna. Siamo di fronte a una situazione paradossale: ci sono Paesi che chiedono i vaccini e non li hanno, e qui c’è chi protesta contro la vaccinazione. Questo virus rimarrà tra le scatole per un bel po’: dobbiamo renderci conto che ogni contatto è a rischio, anche tra due vaccinati a distanza di un metro e con la mascherina Ffp2, ma la probabilità in questo caso di contrarre il virus è quasi zero».
Sui rischi derivanti dalla somministrazione del vaccino anti covid: «Nessun vaccino è una caramella, ma ripeto gli eventi avversi sono rarissimi. La copertura del vaccino anti Covid è oltre il 90%. Pensi che nessun vaccino copre al cento per cento. L’Oms ha in questi giorni dato il via libera al vaccino contro la malaria, che pure ha una copertura del 30 – 40%». Infine, sui contagi registrati fra i vaccinati, Pregliasco fa chiarezza: «Vaccinarsi serve a evitare di contrarre la malattia grave e l’infezione. C’è una riduzione oggettiva della probabilità di infettarsi e si è meno contagiosi. A oggi nell’80% dei casi il vaccino evita l’infezione e al 20% attenua gli effetti. In ospedale i casi gravi sono quasi soltanto non vaccinati».