Ha lasciato pesanti strascichi sulla vita di Fabrizio Pregliasco il fatto di essere stato sempre, giustamente, pro vaccino, e lo ha raccontato oggi, parlando a Newzgen, canale prodotto da Alanews e visibile in video streaming su Twitch nonché su Youtube. Come si legge sul sito dell’agenzia di stampa italiana Ansa, il professore e virologo dell’università Statale di Milano ha spiegato: “Non mi muovo in metropolitana per timore di aggressioni anche solo verbali”. Pregliasco è sempre stato in prima fila nella lotta al covid e nel contempo nel consigliare le vaccinazioni contro il coronavirus per superare la pandemia, così come è effettivamente avvenuto.



Ma tale linea di pensiero ha evidentemente scontentato qualcuno: “Non mi aspettavo questa aggressività – ha spiegato ancora Pregliasco – tanto per dire, non vado più in metropolitana, ho avuto esperienze personali negative”. Il professore meneghino ha raccontato anche di usare poco il web e ogni qualvolta lo fa è bersagliato dai leoni da tastiera: “Se date uno sguardo ai miei social – ha continuato – che oramai frequento molto poco, sono bersaglio degli haters, personaggi davvero penosi”. E ancora: “Vedo un po’ di lacerazione nella comunità, in quota minoritaria, ma molto aggressiva”.



PREGLIASCO: “ESISTONO SITUAZIONI AL LIMITE E APPROCCI PESANTI”

Ma non finisce qui perchè Pregliasco ha svelato di essere stato anche denunciato, molto probabilmente insieme ai numerosi virologi che durante la pandemia di covid erano quotidianamente ospiti delle trasmissioni tv da mattina a sera: “Mi hanno anche denunciato per ‘danno biologico’ – ha raccontato ancora – causato dall’ansia scaturita da mie interviste su quella che, per loro, era una presunta emergenza. Questo evidenzia come esistano situazioni veramente al limite e approcci pesanti, sempre più ideologici, rispetto alla vaccinazione”.



Pregliasco racconta di essere molto amareggiano da tale situazione che ha colpito tutti, e “molte persone risultano pesantemente insistenti, insultanti, negative; tanti, per complottismo, hanno gettato le loro sofferenze sulle persone o su come è stato gestito il Covid. E’ vero, a posteriori si dice ‘avrei potuto fare’, sarebbe meglio se non avessi fatto’, ma accade per tutte le cose della vita – conclude il professore – sono esperienze che vanno viste in prospettiva nell’ottica futura”.