Una delle ultime fake news sul Covid-19 sostiene la tossicità dei vaccini attualmente a disposizione: una tesi che il virologo Fabrizio Pregliasco definisce «terrificante». Il docente dell’Università Statale di Milano, in una intervista rilasciata ad Adnkronos Salute, ha parlato dell’andamento dell’emergenza sanitaria in Italia e della riluttanza della popolazione a fidarsi degli esperti.



L’ennesima bufala è nata sui social network a seguito della pubblicazione di una falsa carta intestata dell’ospedale Cardarelli di Napoli, che avrebbe dovuto rivelare la tossicità del vaccino contro il Covid-19. Una notizia che il virologo smentisce prontamente, ribadendo che i sieri non nascono “come un coniglio dal cappello ma sono frutto di una tecnologia di ricerca ultra-decennale”. Il timore è che tali credenze – purtroppo diffuse – siano il frutto di una sfiducia nei confronti delle istituzioni e della trasparenza di queste ultime. In alcuni casi, come ammette Fabrizio Pregliasco, proprio tale trasparenza ha tuttavia comportato ulteriori dubbi da parte della popolazione. “Quello che si è detto sul vaccino AstraZeneca e sugli effetti collaterali doveva essere visto come un segno di attenzione spasmodica verso la trasparenza e invece ci si è rivoltata contro”.



Pregliasco sulla zona gialla: “È simbolica”

Un altro tema trattato da Fabrizio Pregliasco è quello relativo alla possibilità che alcune regioni d’Italia entrino dalla prossima settimana in zona gialla. L’esperto, in tal senso, non è stupito del fatto che a rischiare siano Sicilia Sardegna, data la loro “vocazione al turismo”. Il via libera alle vacanze estive, infatti, ha contribuito alla circolazione del Covid-19. Il motivo, tuttavia, non è esclusivamente questo. Secondo l’esperto ci sono “una serie di aspetti complessivi: la quota di vaccinati, i comportamenti e la quota di disponibilità di posti letto”. C’è, inoltre, un problema relativo al numero di abitanti, dato che un incremento di quest’ultimo va a mettere in difficoltà le strutture sanitarie.



Il docente dell’Università Statale di Milano, ad ogni modo, ha sottolineato come la zona gialla sia attualmente soltanto “simbolica”. Le uniche differenze con la zona bianca, infatti, riguardano l’obbligo di indossare la mascherina sia all’aperto sia al chiuso e le restrizioni nel numero di commensali al tavolo in ristoranti e bar. Le misure in questione difficilmente daranno i frutti sperati. È, comunque, ha concluso Fabrizio Pregliasco, un “elemento utile per dare maggiore attenzione alla situazione ma è un primo step che rischia di dover prevedere poi ulteriori restrizioni”, con il passaggio dunque plausibile in zona arancione.