L’obbligo di mascherine al chiuso è decaduto lo scorso 15 giugno 2022, ma alla luce dei contagi in forte rialzo in questi ultimi dieci giorni, il professor Fabrizio Pregliasco, stimato camice bianco da due anni e mezzo a questa parte in prima fila contro la pandemia, ne consiglia fortemente l’uso, soprattutto per gli anziani e i più fragili, quelli storicamente maggiormente esposti al covid. Intervistato stamane dai microfoni dell’emittente Cusano Italia Tv, in occasione del programma “Rotocalco 264”, il direttore dell’ospedale Galeazzi di Milano, nonché docente di virologia alla Statale meneghina, ha parlato così dell’abolizione dell’obbligo di maschine: “Siamo a due anni e mezzo di pandemia, è difficile far mantenere in maniera stringente le misure e nel momento in cui non si riesce è meglio allargare un po’ le maniche. La decisione è una decisione politica che rientra nelle decisioni dei Paesi che hanno deciso di mitigare questo virus”.



Pregliasco ha voluto sottolineare il fatto che il virus sia ancora fortemente circolante fra di noi, e che si può prendere in qualsiasi occasione, anche alla luce delle numerose reinfezioni delle ultime settimane: “Dobbiamo ricordarci – ha detto ancora il virologo – che ogni contatto interumano è a rischio d’infezione, ad oggi c’erano le condizioni per aumentare i contatti e il volume della vita”.



PREGLIASCO E QUELLO CHE ACCADRA’: “COME UN SASSO NELLO STAGNO…”

Poi Pregliasco ha aggiunto, consigliando appunto il dispositivo ai più a rischio: “A questo punto, con il caldo, raccomandiamo l’uso della mascherina che è mandatoria per le persone fragili e per coloro che le assistono perché abbiamo riaperto e c’è un fisiologico rialzo, a questo si aggiungono due varianti che hanno una maggiore diffusività”. Ma cosa accadrà in futuro? Pregliasco ha ri-sfoderato un suo leit motiv, quello del sasso nello stagno: “Avremo andamenti ondulanti. Ci aspettiamo ancora una risalita dei casi in inverno – ha concluso – ma dobbiamo prevedere un rialzo anche questa estate sperando che si possa gestire questa situazione molto meglio rispetto al passato, anche perché abbiamo degli ottimi farmaci rispetto al passato”.

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