La campagna di vaccinazione anti-covid potrebbe protrarsi fino all’estate del 2022. E’ questa la previsione, senza dubbio non “allegra”, del professore Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario del Galeazzi di Milano nonché membro della task force anti-covid della Lombardia. Intervistato quest’oggi dai microfoni de La Stampa ha espresso tutti i propri timori spiegando: “La vaccinazione è partita bene e con le dosi necessarie continuerà a ritmi crescenti con l’obiettivo ambizioso, ma necessario per coinvolgere tutti, di finire entro l’anno”.



“Il mio timore – ha aggiunto – è che dopo una prima fase dedicata alle categorie a rischio i più giovani non sentano la necessità di vaccinarsi. Non è facile assumere un farmaco quando si sta bene e non si teme la forma grave della malattia”. E ancora: “Entro febbraio è realistico completare medici, infermieri e Rsa. Per gli over 80 molto dipende dalle forniture. Pfizer si può fare soprattutto in ospedale, mentre altri vaccini si somministrano anche a casa o dal medico di base. In ogni caso, non penso finiremo prima dell’estate 2022″.



PREGLIASCO: “LA CURVA NON STA DIMINUENDO MA CRESCE MENO”

In questi giorni i numeri del contagio sembrerebbero assestarsi verso il basso, ma secondo Pregliasco è presto per trarre dei bilanci: “I provvedimenti di Natale, la diminuzione dei tamponi e il nuovo conteggio degli antigenici danno come risultato una crescita minore del contagio, non una diminuzione, da verificare nei prossimi 10 giorni”. Tra l’altro Pregliasco sembra storcere il naso in merito al fatto che nel computo dei tamponi processati vengono inseriti dallo scorso 15 gennaio anche i test antigenici: “Comporta ulteriore confusione perché aumentano il denominatore e fanno perdere dei casi positivi. Vanno distinti meglio dai molecolari nel conteggio”. Pregliasco è convinto che il lockdown duro di marzo/aprile non si verificherà più perchè “susciterebbe una rivolta sociale”, mentre in merito a nuove riaperture, queste saranno possibili “quando il 20-30 per cento della popolazione, compresa la parte più a rischio, sarà vaccinata”. Infine, sulle dichiarazioni presunte di Letizia Moratti sul vaccino associato al Pil della regione: “La vaccinazione come ogni questione di salute deve essere equa, ma, al di là della semplificazione nella comunicazione di una proposta che può essere stata maldestra, va posto un tema: solo i vaccini risolveranno i problemi economici, e gli imprenditori e le partite Iva dovranno correre a farseli per riaprire”.

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