Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’Irccs Galeazzi di Milano, membro del Cts lombardo e virologo dell’Università degli Studi di Milano, predica responsabilità. Sulle pagine del Corriere, il virologo commenta così la situazione attuale: “Ci vuole molto senso di responsabilità, in questo momento più che mai, perché non siamo ancora al picco dei contagi. Tre cose sarebbero di grande aiuto: la tempestività di diagnosi, con tampone immediato ad ogni comparsa di sintomo; una ulteriore spinta verso le vaccinazioni; e per due o tre settimane, il lockdown per chi non è vaccinato”.
Il nuovo Decreto ha cancellato la quarantena per chi ha fatto la terza dose o la seconda da meno di quattro mesi. Pregliasco si dice assolutamente favorevole a tale misura: “Sono d’accordo. Le regole sulla quarantena erano state pensate per una variante con tassi di contagiosità inferiore, Omicron si diffonde come facevano morbillo e varicella. Invece che farsi prendere dal panico, bisogna rafforzare il senso di responsabilità. Quella persona, se negativa al giorno zero, indosserà sempre la Ffp2 ed eviterà luoghi affollati fino al nuovo test che attesterà la negatività dopo cinque giorni”.
Pregliasco: “Il picco dei contagi a metà gennaio”
Il lockdown come in Germania per i non vaccinati, secondo il Direttore Sanitario, sarebbe una buona misura: “Resto convinto che sarebbe una misura molto utile, come dimostra la Germania. Basterebbero tre settimane per avere un impatto significativo sulla circolazione del virus. Il 7 o 10 gennaio devono riprendere tutte le scuole in presenza e quelle certo non si possono sacrificare di nuovo”. Inoltre, secondo il medico, il vaccino antinfluenzale può essere utile per i ragazzi in attesa di terza dose e non solo: “Può essere utile per tutti perché riduce le diagnosi differenziali, in altre parole gli errori di valutazione che fanno perdere tempo. Quando compare qualunque sintomo — ad esempio raffreddore, tosse, dolori ossei o dissenteria — meglio pensare subito al Covid e fare un tampone per escluderlo, non vale solo per i ragazzi”.
Il picco dei contagi, secondo il virologo, arriverà presto: “Me lo aspetto verso metà gennaio, con 100 mila casi al giorno in Italia. Con il freddo trascorriamo più tempo al chiuso e durante le feste sono maggiori le occasioni di incontro”. Nessun allarmismo, però. Con il virus si convivrà presto: “Dobbiamo imparare a convivere con il virus, senza bloccare il Paese né economicamente né culturalmente. Dati di diversi Paesi ad oggi ci dicono che questa variante del Covid, almeno per i vaccinati, presenta effetti più lievi delle altre. La mortalità è molto più bassa, dello 0,3 per cento invece che del 3 per cento. Se i casi aumentano ancora però la pressione sul Servizio sanitario nazionale potrebbe oltrepassare limiti che è meglio non sfidare mai più”.