È la stagione influenzale più pesante degli ultimi 15 anni a causa di diversi virus respiratori tra cui il principale è il virus A/ H1N1. A dirlo è Fabrizio Pregliasco, professore associato di Igiene all’Università degli Studi di Milano e Direttore sanitario Irccs Galeazzi. Al Corriere della Sera, l’esperto spiega: “Il ceppo A/H1N1 pdm09 (Pandemic disease Mexico 2009) è in circolazione dal  2009. Pur avendo origine suina, H1N1 è diventato da subito un virus dell’influenza umano. Nel 2009 causò un’epidemia, ma meno grave di quanto ci si aspettasse perché il «nonno» dell’H1N1 era l’influenza «spagnola» con la quale i più anziani, cioè la categoria più a rischio, avevano già avuto un contatto”. 



Si tratta di un virus a trasmissione aerea e “come gli altri influenzali e si diffonde principalmente nella stagione fredda. Il contagio avviene soprattutto a distanza ravvicinata”. Quest’anno il virus sembra essere più potente che mai ma “le basse coperture vaccinali non c’entrano: hanno un ruolo sull’appesantimento o meno dei pronto soccorso perché la vaccinazione serve per proteggere i fragili, ma se si va a vedere la distribuzione per età, i casi sono in maggioranza bambini e giovani. È un’influenza infettiva perché è un virus relativamente nuovo. È con noi dal 2009 ma con caratteristiche diverse: quest’anno c’è una variante nuova di A/H1N1. Altro elemento che incide sul numero di contagi è la ripresa, davvero totale, della vita normale e una metereologia nella prima fase di dicembre con temperature molto basse per alcuni giorni, che ha fatto scattare la diffusione del virus. Infine, quest’anno c’è una modalità di segnalazione diversa, più ampia, che comprende le sindromi simil-influenzali. Il sistema ora si chiama Respi- VirNet e prima si chiamava InfluNet, la codificazione precedente era più stringente”.



Pregliasco: “Per guarire dall’influenza ecco rimedi e farmaci”

I sintomi dell’influenza in corso “sono quelli tipici: febbre, tosse, dolori muscolari. Molto comuni anche mal di gola, brividi, affaticamento, mal di testa, perdita dell’appetito. È proprio dell’influenza l’esordio improvviso e in genere un miglioramento dopo i primi tre giorni di malattia”, spiega Pregliasco al Corriere della Sera. Come sempre per guarire “la prima regola è restare a casa a riposo per 3-4 giorni. È importante bere molto per reintegrare i liquidi e i sali minerali persi attraverso la sudorazione e fare pasti leggeri ma nutrienti, con frutta e verdura che favoriscono l’efficienza del sistema immunitario”. Per quanto riguarda i medicinali, invece, “gli antipiretici sono indicati in casi di febbre sopra i 38° C. Se la febbre non supera i 38°, i farmaci più indicati sono gli antinfiammatori, efficaci nel ridurre i sintomi. Possono essere utili anche analgesici fluidificanti o mucolitici contro la tosse, collutori e pastiglie contro il mal di gola”.



I malanni stagionali possono portare anche a gravi conseguenze. “La gran parte degli 8-10.000 morti annuali di influenza stagionale sono decessi «con influenza», persone che muoiono di problematiche cardiache e respiratorie perché l’influenza li fa aggravare” spiega Pregliasco. “C’è poi una quota non elevata di casi gravi registrati come «polmonite virale primaria da virus influenzale»: in una stagione da 5-6 milioni di casi sono circa 300. Più persone si contagiano, più saliranno le polmoniti” aggiunge. Infine, l’influenza “può anche creare qualche alterazione del QT (il meccanismo elettrico del cuore) che può essere fatale in alcune persone. Un altro elemento: la fase successiva all’infezione acuta crea una finestra di rischio in cui si possono introdurre sovrainfezioni batteriche e questo può capitare a tutti. In particolare, si è visto che il virus influenzale apre la porta allo pneumococco, ecco perché la polmonite è la complicanza più diffusa”.