Il professor Fabrizio Pregliasco, membro della task force anti covid della regione Lombardia, è stato intervistato stamane dal programma di Canale 5, Mattino 5. Il noto camice bianco ha parlato delle numerose cure anti covid in sviluppo in queste ultime settimane, fra cui una pillola che sembrerebbe quasi miracolosa, essendo in grado di dimezzare il tempo di ospedalizzazione per chi si ammala, se presa in tempo: “Stiamo mettendo a punto con velocità incredibile ma con studi consolidati e che garantiscono la qualità dell’intervento e la sicurezza, anche delle terapie – sono le parole di Pregliasco in diretta tv sul quinto canale – non c’è solo questa (riferendosi proprio alla pillola di cui sopra ndr), ci sono gli anticorpi molecolari, ci sono altri molecole”.
“Nel prossimo futuro avremo questa possibilità di incidere e gestire in maniera più adeguata i casi che comunque ci saranno, è fondamentale non abbassare la guardia sulla vaccinazione, evitare la malattia per tutte e soprattutto sui fragili è fondamentale”. Pregliasco ha poi aggiunto sulle nuove cure in sviluppo, ed in particolare sulla pillola: “Questi nuovi farmaci sono davvero interessanti si tratta di una sostanza che è come se fosse un mattoncino Lego che nel momento in cui c’è la replica virale impedisce il replicarsi nel nostro corpo”.
PREGLIASCO: “AL MOMENTO NON CI SONO ALTERNATIVE AL VACCINO”
“Non ci sono cure alternative al vaccino – ha comunque sottolineato Pregliasco – oggi abbiamo cure sintomatiche, cortisone, eparina e ossigeno sono elementi di sostengo, gli anticorpi e il resto aiuteranno ma non sono ancora disponibili e poi stiamo scoprendo il long covid, uno su 4 ha strascichi dopo la fine della parte acuta della malattia che coinvolge polmoni, cuore e livello neurologico”.
Quindi Pregliasco ha concluso: “In questo momento in termini di convenienza e di limitazione dell’intasamento delle strutture sanitarie e per convivere civilmente con il virus servono le vaccinazioni, ormai ne hanno fatte miliardi di dosi. C’è chi sottolinea l’inefficienza del vaccino, non è vero, non c’è garanzia del 100 per cento ma chi si ammala lo fa in modo limitato. Chi si vaccina e prende il covid è meno contagioso si ammala meno pesantemente, la quantità di virus è limitata nel tempo e in quantità con una miglior possibilità di contagiare gli altri”.