Si fa sempre più strada l’ipotesi della terza dose di vaccino anti-covid, in particolare, per i soggetti più deboli e più a rischio. Dopo averlo “annunciato” negli scorsi il numero uno del Css, Franco Locatelli, oggi è il virologo Fabrizio Pregliasco a parlarne, intervistato dai microfoni di Cusano Italia Tv. “Sarà necessaria una terza dose di vaccino? E’ possibile – risponde il direttore Irccs Galeazzi di Milano – è ancora tutto da capire. Noi pensiamo che la copertura del vaccino duri per 9-12 mesi, ma lo capiremo via via”. Quindi Pregliasco ha aggiunto: “In questa fase si completerà il primo giro di vaccinazione, poi sulla base dell’andamento epidemiologico è possibile che ci debba essere una terza dose, magari aggiornata con nuove varianti, quelle attuali sono tutte coperte dal vaccino. Probabilmente bisognerà fare come per l’influenza, cioè richiami vaccinali magari per i più fragili e i più esposti finchè questo virus non sparirà o si adatterà ancora meglio”.
Secondo Pregliasco il virus “Rimarrà tra i piedi ancora per 2-3 anni, però la convivenza sarà più civile”. In merito alla mascherina, secondo il medico della task force anti covid della Lombardia, è probabile che nel giro di un paio di mesi non saremo più costretti ad indossarla: “Man mano recupereremo le nostre libertà” e “ad esempio a luglio probabilmente potremo togliere la mascherina all’aperto. In Inghilterra hanno già iniziato a togliere l’obbligo in alcuni locali chiusi”.
FABRIZIO PREGLIASCO: “NO ALL’OBBLIGO DI VACCINAZIONE”
Contrario invece all’obbligo vaccinale Fabrizio Pregliasco, come ventilato da alcuni addetti ai lavori per permettere il raggiungimento dell’immunità di gregge: “Spero che non si debba arrivare alla seconda sconfitta di introdurre l’obbligo vaccinale – afferma il virologo – la prima sconfitta è stata quella di dover mettere l’obbligatorietà per i sanitari, visto che è rimasto un piccolo zoccolo d’oro che non si vuole vaccinare, sono pochi ma sono testimonial negativi perché se un medico non si vaccina finisce che attorno a lui le persone non si vaccinano e quindi è un problema. Può darsi che si debba arrivare a questa ‘extrema ratio’ per la popolazione visto l’interesse pubblico di queste vaccinazioni”.