Fabrizio Pregliasco non condivide assolutamente la scelta del governo inglese di fare marcia indietro sul Green Pass. Come vi abbiamo spiegato nella giornata di ieri, il primo ministro Boris Johnson stava per introdurre il passaporto vaccinale in Inghilterra, relativamente ai luoghi pubblici come bar, ristoranti, pub e via discorrendo, nonché per i grandi eventi, ma ha deciso di fermarsi, in attesa di capire come evolverà la situazione. Una decisione politica che fa storcere il naso al nostro Fabrizio Pregliasco, membro della task force anti covid della regione Lombardia, nonché docente dell’università statale di Milano.
Tale decisione, secondo quanto spiega l’esperto, non sarebbe applicabile nel nostro Paese: “In Italia oggi è infattibile – dice Pregliasco, come si legge su SkyTg24 e Adnkronos – e aprirebbe a grandi rischi epidemiologici, sarebbe una marcia indietro non auspicabile”. E ancora, sempre sull’argomento: “Sappiamo bene, perché l’abbiamo visto anche con la scelta di partire con la vaccinazione con la prima dose a tutti, come l’Inghilterra affronti la pandemia con spirito diverso dal resto dell’Ue. Quella di Boris Johnson sul Green pass è chiaramente una scelta politica. Non c’è un manuale per gestire la pandemia Covid”.
PREGLIASCO, FRA GREEN PASS E SCUOLA: “CONCORDO QUANTO DETTO DAL MINISTRO BIANCHI…”
Al momento la Gran Bretagna viaggia su una media di circa 30mila contagi al giorno ma con un numero di morti contenuti, e nonostante i dati non siano così positivi, il green pass sarà applicato, dal primo ottobre, solamente in Scozia, unico paese del Regno di sua maestà ad attuarlo. “Il Green pass in Italia – ha continuato Pregliasco – ha aiutato molto a far crescere le vaccinazioni tra i giovani, pensare di tornare indietro sarebbe un messaggio molto sbagliato”.
Commentando le parole del ministro dell’istruzione, Patrizio Bianchi, rilasciate ieri a Sky Tg24, Pregliasco ha anche parlato del nuovo protocollo scolastico: “si farà attenzione a quel gruppo, a quella classe, a quella scuola ma non sarà più possibile mettere in Dad tutta una regione. Se vi fossero dei rischi si interviene in maniera mirata”.