Il professor Pregliasco ha parlato stamane in collegamento con il programma di La7, Omnibus, e l’argomento centrale della discussione sono stati i vaccini anti covid e il green pass. Il medico, membro della task force anti covid della regione Lombardia, ha spiegato: “Il virus, soprattutto la variante Delta buca un po’ il vaccino, nel 12% dei casi c’è possibilità di infezione ma sostanzialmente non decorre in modo pesante, non in modo sintomatico, i dati sono comunque molto belli sull’aspetto della difesa e coinvolgimento di patologie più rilevanti e decessi, dove davvero sia a livello italiano quanto mondiale c’è questa magnifica ed insperata efficacia”.



Sulla terza dose Pregliasco aggiunge: “Il vaccino dà una copertura che non è per la vita, lo sapevamo anche questo, perchè anche i soggetti guariti dopo sei mesi hanno possibilità di reinfettarsi, è tipico di questi coronavirus che già conoscevamo, su questi c’è l’esigenza di valutare una nuova vaccinazione, soprattutto sui soggetti più fragili per poi accontentarci della copertura residua, ma questo dipende da come andrà l’andamento della pandemia; noi dobbiamo comunque essere più attenti e prevedere lo scenario peggiore”.



PREGLIASCO: “TAMPONI SOSTITUISCONO GREEN PASS? SAREBBE LAVORO MONSTRE”

Sui tamponi come sostituto del green pass, Pregliasco storce il naso: “Il tampone serve ed è utile, ma eseguirlo sistematicamente nella quantità che ci vorrebbe come alternativa al green pass non è possibile, va bene come tracciamento. Ha un costo e necessita quantità di laboratori che supportino in modo serio e corretto questo tipo di attività, non sono un’alternativa al green pass sul lungo termine, è un impegno monstre se vogliamo usarlo su quei soggetti che non vogliono vacinarsi”.

Ancora sul vaccino e sulle accuse dei no vax di essere un farmaco sperimentale: “Questo vaccino ha già subito miliardi di dosi cosa che altri farmaci e vaccini non hanno, e gli effetti possono esservi nei primi due tre mesi, come insegna la storia, buttare lì che chissà cosa succederà fra 10 anni è un discorso che non ha valenza scientifica. Questo vaccino è arrivato in fretta perchè l’hanno tirato fuori non da un cappello da prestigiatore, ma si è messo in atto una metodica in studio da 10 anni. Non si può dire che non ci saranno 0 problemi fra 10/20 anni ma oggi ci siamo e abbiamo questo bisogno. Non possiamo aspettare, e i dati di efficacia e sicurezza oggi ce li dimostrano”.