LA CGIL PROPONE LA PATRIMONIALE, NO DI DRAGHI: “NIENTE AUMENTI TASSE”

«Un intervento sui redditi e i patrimoni più alti con dei prelievi di solidarietà dell’1% per tutelare chi sta peggio, chi ha difficoltà ad arrivare a fine mese»: le parole fatte uscire da Maurizio Landini, leader Cgil, dopo l’incontro di giovedì a Palazzo Chigi con il Premier Draghi fanno risuonare incubi passati mai del tutto dimenticati sul fronte economico. Il “prelievo forzoso” dai conti correnti (attuato dal Governo Amato nel 1992) ma anche la più “semplice” e pluri-agitata come spauracchio “patrimoniale”, tornano nel dibattito politico nel momento di profonda crisi economica dovuta alla guerra in Ucraina.



Secondo il sindacato rosso, la patrimoniale intesa come nuova “tassa di guerra” – per sovvenzionare aiuti a imprese, poveri, pensionati, caro energia, caro inflazione – dovrebbe prevedere un prelievo dell’1% per chi ha un Isee sopra 1,2 milioni di euro. Alla proposta della Cgil è però giunto un secco no da Palazzo Chigi, che fa sapere in una nota «l’esecutivo non ha alcuna intenzione di aumentare le tasse. Il presidente Draghi ha dichiarato più volte l’impegno sin dall’inizio del suo mandato, in Parlamento, in incontri pubblici, questo ai vertici internazionali e anche nei vari confronti con i leader delle forze di maggioranza».



TORNA L’INCUBO PRELIEVO FORZOSO: A RISCHIO IL GOVERNO

È bastato però anche solo l’annuncio di una proposta del genere da parte della Cgil, per far tuonare una maggioranza sempre più “divisa”, al di là degli intenti di unità manifestati dal Premier Mario Draghi durante l’ultima conferenza stampa.

Lo scontro in Commissione Finanze sulla Delega Fiscale è ancora caldissimo, le perplessità sul Def proseguono (su pensioni ma non solo), infine le richieste di colloqui con Palazzo Chigi avanzate da Forza Italia e Lega – che vedono dietro la riforma del catasto e la riforma fiscale il rischio di aumenti tasse nei prossimi anni – evidenziano le difficoltà di una maggioranza che, se non ci fosse l’emergenza Covid e la guerra in Ucraina, avrebbe potuto entrare in crisi di Governo. Il centrodestra si è ricompattato sul fronte tasse contro ogni tipo di aumento, specie dopo la richiesta di patrimoniale partorita dalla Cgi: ora il vero banco di prova è capire con i 5 miliardi “avanzati” dalla Manovra come il Governo riuscirà ad intervenire per sostenere l’economia del Paese e se – in caso di scostamento di bilancio – quale forza politica riuscirà a spuntarla ottenendo più “attenzioni” nelle proposte avanzate. Per ora Draghi ha allontanato ogni possibilità di “prelievo forzoso”, come lo stesso Landini ammette «Oggi non abbiamo avuto risposte dal governo»: da Palazzo Chigi infatti il monito del Premier risuona anche sulla patrimoniale, «Nessuno pagherà più tasse. Il governo non tocca le case degli italiani». Almeno per il momento.