Maria Elisabetta Casellati, Ministra per le Riforme, in una intervista a Il Giornale, ha parlato dei vantaggi del premierato. “La stabilità del governo, obiettivo della riforma costituzionale, è condizione imprescindibile per lo sviluppo dell’economia, perché determina la nostra credibilità internazionale. Continue alternanze impediscono di costruire un indirizzo politico”, ha sottolineato.
È per questo motivo, secondo l’esponente del Governo di Giorgia Meloni, che l’Italia in questi anni ha fatto fatica a crescere. A sostegno della tesi in questione ci sarebbero anche dei dati. “I numeri parlano chiaro: l’instabilità politica ha causato al nostro Paese un aggravio in termini di interessi sul debito di 265 miliardi di euro nel decennio 2012/2021; una cifra superiore a tutto il Pnrr”. Ma l’aspetto economico non è l’unico da prendere in considerazione. “I picchi di astensionismo sono giunti al termine di un corso storico nel quale ci sono stati, dal 2012 al 2022, 5 governi guidati da leader non eletti. Può invece riaccendere l’entusiasmo la possibilità di scegliere direttamente il Presidente del Consiglio per i successivi 5 anni”.
Si discute sul premierato: non mancano le opposizioni
L’idea di Maria Elisabetta Casellati sul premierato tuttavia non è condivisa da tutti. “Di muri ce ne sono diversi. Quello puramente ideologico di chi si dichiara pronto al dialogo e alla mediazione, per mettere poi in discussione pregiudizialmente tutte le scelte politiche. Poi il muro incoerente di chi ha insistito perché abbandonassimo la strada del presidenzialismo, per rimpiangerlo come fosse la proposta più coerente con il nostro assetto costituzionale”.
Ma non solo. “Ancora c’è il muro di chi si oppone al premierato per una presunta diminuzione dei poteri del Quirinale per poi proporre un cancellierato alla tedesca, che riduce il suo ruolo ad un esercizio notarile. Infine, il muro contraddittorio di chi ha predicato il valore della consultazione popolare su ogni tema, ma si oppone al diritto dei cittadini di scegliere il proprio governo. Nonostante tutto – conclude la Ministra delle Riforme – resto fiduciosa in un ripensamento fruttuoso”.