PRIMO OK ALLA RIFORMA DEL PREMIERATO: COSA È STATO DECISO IN COMMISSIONE SENATO

Il primo via libera è arrivato ma la strada per la riforma del Premierato è ancora piuttosto lunga: ieri è stata approvata in Commissione Affari Costituzionale del Senato la modifica dell’articolo 92 della Carta che inserisce in Costituzione l’elezione diretta del Presidente del Consiglio. Il ddl Casellati, uno dei punti chiave nel programma del Governo di Centrodestra fin dalla campagna elettorale del 2022 (sebbene sia stato modificato rispetto all’intento d’origine, non più Presidenzialismo ma Premierato appunto, ndr), punta al riassetto costituzionale per quanto riguarda l’elezione diretta del Capo del Governo.



Dal limite dei due mandati alle novità sul premio d maggioranza, dai poteri che restano quasi del tutto intatti del Quirinale fino alla nomina/revoca dei Ministri: e poi ancora dimissioni, sfiducia e differenze principali con il Presidenzialismo: di questo e molto altro consta il primo ok della Commissione Senato alla riforma del Premierato. Il tema chiave resta la modifica dell’articolo 3 del ddl Casellati, frutto di un lungo lavoro di mediazione tra maggioranza e opposizioni: è quello l’articolo che prevede l’elezione diretta del Presidente del Consiglio e fino allo scorso novembre prevedeva un premio di 55% dei seggi in ognuna delle due Camere per liste e candidati collegati al Premier. Nell’ultima modifica presentata dal Governo è invece saltata quella soglia e per il momento non è prevista una percentuale di consenso minimo, sebbene la Ministra delle Riforme non la escluda nella prossima versione da presentare prima di approdare in Parlamento.



I PUNTI CHIAVE DEL PREMIERATO (FINORA): DAL PREMIO ALLE DIMISSIONI DEL PREMIER

Il disegno di legge costituzionale sottoscritto dal Governo Meloni con la Ministra per le Riforme istituzionali Elisabetta Casellati, prevede diversi punti chiave messi a punto – ad oggi – dal primo via libera giunto in Commissione Senato, eccoli qui di seguito in “pillole”:

– Premier viene eletto a suffragio universale e diretto per la durata di 5 anni: viene però fissato il limite di due mandati consecutivi, come chiesto dalle opposizioni in Commissione. L’unica eccezione riguarda il caso in cui il Premier abbia ricoperto l’incarico a Palazzo Chigi «inferiore a 7 anni e 6 mesi».



– Il nuovo testo del Premierato prevede un premio di maggioranza «su base nazionale che garantisca una maggioranza dei seggi in ciascuna delle Camere alle liste e ai candidati collegati al presidente del Consiglio, nel rispetto del principio di rappresentatività»;

– Lo scioglimento delle Camere in caso di sfiducia al Premier da parte del Presidente della Repubblica è previsto qualora: Premier eletto non ottiene la fiducia parlamentare in una delle due Camere; in caso di revoca della fiducia al Premier

– In caso invece di dimissioni volontarie del Premier, la riforma prevede che possa chiedere e ottenere lo scioglimento delle Camere oppure passare l’incarico ad un altro parlamentare della maggioranza sul modello inglese.

NODO LEGGE ELETTORALE, CASELLATI: “SOLO DOPO IL PRIMO OK AL PREMIERATO”

Da quanto emerge con questo testo del Premierato, un elemento fondamentale sarà legato a quale tipo di premio di maggioranza emergerà dalla nuova legge elettorale da “incardinare” subito dopo la riforma Casellati: a determinare infatti il premio post-Elezioni ci penserà la legge elettorale, come garantito dalla stessa Ministra delle Riforme Istituzionali. «Non esiste che si faccia una legge elettorale prima di avere uno scheletro della riforma. Ho detto e ripeto che la legge elettorale si farà dopo una prima approvazione», afferma Casellati in una nota all’ANSA, «diversamente il testo, oggi in discussione, sarebbe stato un testo ingabbiato con paletti insormontabili».

L’accordo tra Governo e Parlamento è che il progetto di legge elettorale sarà presentato dopo la prima lettura in una delle due Camere della riforma Premierato: «La scorsa settimana si è discusso di questo e si è detto anche che una legge elettorale non può precedere una riforma costituzionale perché ingabbierebbe il dibattito sulla riforma», conclude la Ministra. Il Governo, sia con Casellati che con il senatore FdI Alberto Balboni, ammettono un secondo punto che andrà discusso dopo il primo via libera del Premierato: «Di legge elettorale si parlerà dopo l’approvazione sia in Senato che alla Camera della riforma in prima lettura», spiega il parlamentare in quota Meloni, «garantire poi la rappresentanza con una soglia minima, del 42 e 43% che sceglier il Parlamento». Sotto quella soglia, conclude Balboni, resta solo il ballottaggio: conferma giunge anche da Casellati che ammette essere una delle ipotesi in campo. Sulle tempistiche dell’iter costituzionale, si procede nei prossimi giorni con le votazioni in Commissione sugli emendamenti agli articoli, poi l’approvazione con mandato al relatore per riferire in Senato: tradotto, spiega Casellati, il Premierato non uscirà dalla Commissione «almeno alla fine di questo mese. Comunque i tempi li determina sempre la discussione parlamentare, non è certo il governo che impone un tempo. Noi siamo sempre stati larghi anche sotto questo profilo».