Vi ricordate? Circa due settimane su questa testata si parlò di imminente morte dei cd, anche in quanto sembrava molto difficile sostituire un lettore di alta qualità da una casa (Bang and Oluffsen) che ne ha interrotto la produzione. Eppure, anche se i negozi che vendono dischi di musica classica diminuiscono anche nelle grandi città, la produzione di cd continua E non si è avverata la previsione fatta nel 2005 dai dirigenti della casa discografica EMI secondo cui il cd di Tristan und Isolde di Wagner con i complessi della Royal Opera House Covent Garden, la direzione di Antonio Pappano e Placido Domingo, Nine Stemme, Mihoko Fujimoura, René Pape ed Olaf Bar nei ruoli principali sarebbe stata l’ultima registrazione in studio dato l’alto costo di produzione e prospettive di mercato. Invece, il prezioso cofanetto, che comprai appena uscì, fu un successo di vendite, per più on line.



Il mercato è cambiato. Si vende on line, a concerti o in teatri dove gli autori autografano il prodotto e anche a reti che diffondono in varie maniere. E’ di oggi la notizia che in Italia, l’Associazione Nazionali Critici Musicali ha indetto, per la prima volta nella sua storia, il Premio Abbiati del Disco  suddiviso in sei categorie: a) repertorio operistico; b) repertorio sinfonico; c) musica d’insieme; d) repertorio solistico; e) nuova musica; f) premio speciale. Il Premio verrà probabilmente conferito probabilmente in occasione della Fiera Mondomusica a Cremona a fine settembre. La tecnologia, poi, è cambiata ed i costi sono diminuiti: le registrazioni dal vivo giungono ad una qualità non inferiore a quelle in studio.



Nel contempo, nell’ambito della musica classica, la principale istituzione musicale del Paese, l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia ha un vasto programma discografico.Negli anni le incisioni dell’istituzione hanno registrato un incremento che – sotto la direzione di Antonio Pappano – ha portato all’ultimo successo, il doppio cd con l’integrale delle Sinfonie di Bernstein (Warner Classics) che ha riscosso numerosi riconoscimenti internazionali ( ICMA Award, Prix Caecilia) oltre alla candidatura dell’Orchestra di Santa Cecilia ai Gramophone Awards 2019 come miglior Orchestra dell’Anno.



E’ l’attività discografica a impegnare nuovamente l’Orchestra e il Coro dal 25 giugno al 17 luglio con due importanti progetti internazionali primo dei quali l’incisione dell’Otello di Verdi (Sony Classical) con un cast d’eccezione composto da Jonas Kaufmann, Federica Lombardi, Carlos Alvarez e altri importanti nomi della scena internazionale, sotto la direzione di Antonio Pappano. Un amarcord di 65 anni quello tra Otello e le compagini ceciliane: l’ultima volta che l’Orchestra e il Coro dell’Accademia hanno affrontato questo capolavoro risale infatti al 1954 quando l’opera fu incisa per DECCA con la partecipazione di Mario Del Monaco e Renata Tebaldi, diretti da Alberto Erede. Dopo la parentesi verdiana, Orchestra e Coro, sempre diretti da Pappano, saranno protagonisti in una nuova incisione, questa volta dedicata interamente a Donizetti e alle sue regine Tudor. Quest’ultimo lavoro sarà pubblicato da Warner Classics e prevede la partecipazione del soprano Diana Damrau per l’esecuzione di alcune scene tratte da Anna BolenaMaria Stuarda e Roberto Devereux..

Il futuro della classica, come tutto il resto, passa oggi anche dalla rete. Beethoven, ad esempio, sulla piattaforma streaming Spotify viene ascoltato ogni mese da circa 3 milioni di persone in tutto il mondo. L’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia è seguita ogni mese, sulla stessa piattaforma, da circa 230 mila ascoltatori da tutto il mondo, che beneficiano di alcune delle più significative incisioni discografiche in maniera completamente gratuita. Lo stesso accade sulla piattaforma ITunes mentre sulle piattaforme Facebook Instagram, solo nell’ultimo mese – frutto di #TrendTopic nazionali e internazionali e grazie anche alla tournée parigina con Joyce DiDonato – l’Orchestra ha riscosso un milione di interazioni online.

Altri complessi stanno seguendo questa strada.