Emergenza siccità in Italia, soprattutto al Nord. Le temperature alte in questo periodo dell’anno e la mancanza di pioggia hanno portato all’allerta con il rischio di stato di emergenza per scongiurare gravi danni al settore agricolo e agli allevamenti. Il governo sta cercando di correre ai ripari, ma non è possibile fare previsioni al momento, anche perché la situazione è drammatica. «Ci aspettiamo che quasi tutto il Paese, nel corso delle prossime settimane, entri in zona rossa», ha dichiarato il ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli. Cosa comporterebbe lo stato d’emergenza e quindi l’introduzione delle zone rosse per la siccità? Un esempio arriva dalla Lombardia, dove è già scattato lo stato d’emergenza. Infatti, sono stati introdotti limiti all’uso di acqua e la sospensione degli attracchi in alcune zone del lago Maggiore. Invece in altre regioni – come Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna – si è passati al razionamento dell’acqua in alcuni comuni. Alla luce del fatto che la situazione potrebbe peggiorare, non sono da escludere nuove decisioni a livello nazionale per limitare l’uso dell’acqua.

Cosa cambia per l’acqua in bottiglia? Il timore è che vengano a mancare nei supermercati. Una paura riportata dal Fatto Quotidiano, che però ha raccolto le voci rassicuranti dei produttori. Il gruppo Sanpellegrino, che controlla il marchio Levissima, ha spiegato che «si è deciso di diminuire l’emungimento di una quantità di acqua in linea con la naturale ricarica dell’acquifero, in un’ottica di tutela a lungo termine». Anche Ettore Fortuna, vicepresidente di Mineracqua, rassicura circa la disponibilità di bottiglie d’acqua. «I percorsi sotterranei delle acque minerali raggiungono profondità rilevanti, anche di diverse centinaia di metri, impiegando decine di anni. La lunga durata del percorso farebbe sì che le sorgenti non si esauriscono così facilmente nei periodi di siccità». Nulla da temere, dunque, per l’acqua in bottiglia, preoccupa invece la siccità.

SICCITÀ, CURCIO “POSSIBILE RAZIONAMENTO ACQUA”

Il problema della siccità che sta attanagliando l’Italia in queste settimane, potrebbe portare a soluzioni drastiche e impensabili fino a poche settimane fa, come ad esempio il razionamento dell’acqua. Lo ha spiegato il numero uno della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, che non ha appunto escluso “il razionamento diurno dell’acqua”, aggiungendo che “nelle prossime settimane avremo chiare le misure e potremo fare la dichiarazione dello stato di emergenza”.

Una situazione insostenibile che tra l’altro è direttamente collegata anche ai numerosi incendi che si sono verificati nel 2022, più del doppio rispetto a quelli dell’anno precedente, e ben sei volte di più rispetto al 2020. Fabrizio Curcio ha poi parlato della portata del fiume Po, il più importante d’Italia, che è addirittura inferiore dell’80 per cento rispetto alla media del periodo: “Siamo a 40-50% di quantità di acqua piovuta in meno rispetto alle medie degli ultimi anni e fino al 70% di neve in meno. E il Po ha una portata sino all’80% in meno”, numeri che fanno chiaramente capire quanto la situazione sia critica.

PROBLEMA SICCITA’, FONTANA: “MAI UNA CRISI COME QUESTA”

E sulla questione siccità è intervenuto anche il presidente della regione Lombardia, Attilio Fontana, che ha parlato di crisi più grave di sempre: “Sull’acqua credo che qualche piccolo razionamento sia già in essere. Una crisi idrica di questo tipo non si è mai verificata nella storia della Lombardia”. Infine le parole del sindaco di Milano, Beppe Sala, che è intervenuto firmando un’ordinanza che invita “cittadine e cittadini a ridurre al minimo l’uso di acqua potabile sia di uso domestico che per irrigare prati, giardini privati e pulire terrazzi e cortili”.

La direttiva è stata spiegata dallo stesso sindaco meneghino attraverso le sue pagine social, aggiungendo che il Comune vuole fare la sua parte in questa crisi, dopo che la regione ha decretato lo stato di emergenza idrica fino al 30 settembre. La situazione, alla luce di queste dichiarazioni, è decisamente critica.