Bufera al Governo, il dossier prescrizione fa scricchiolare il Conte-bis. Matteo Renzi ha preso nuovamente posizione su Twitter: «Tra coronavirus, Frecciarossa e crollo del PIL insistono sulla prescrizione. L’accordo di ieri PD-5S produce “danni devastanti” per gli avvocati. Non capisco perché insistano a dire No al Lodo Annibali. Forse perché loro non amano essere definiti garantisti. Noi invece sì». Questa, invece, la replica di Tommaso Nannicini al premier Conte: «Chiedetemi se sono garantista e vi risponderò di sì, perché i cittadini sono più deboli senza garanzie. È la risposta dei progressisti da che mondo è mondo». Non è tardata ad arrivare la replica di casa Pd, ecco le parole di Andrea Orlando: «Quest’anno si porta il garantismo. Andava meno qualche anno fa. E ancora oggi quando si parla di detenuti,di depenalizzazione,riti alternativi,proporzionalità della pena. Confrontiamoci sulla riforma del processo penale». Infine, il commento di Anna Ascani: «Delle due l’una: o si fa cadere il governo sulla prescrizione (lasciando in vigore la riforma Bonafede/Salvini), o si accetta un compromesso. Sostenere che non ci siano stati passi avanti è inutile oltre che falso. A meno che l’obiettivo non sia, appunto, far cadere il governo». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
CAOS PRESCRIZIONE, LE PAROLE DI CONTE
Affida il proprio pensiero a Facebook, il presidente del consiglio Giuseppe Conte. Non cita mai Matteo Renzi sulla vicenda Prescrizione, oggi su tutte le pagine dopo la sua intervista a Radio Capital, ma il riferimento del leader di Italia Viva è palese, soprattutto quando il Premier dice: “Non chiedetemi se sono garantista o se sono giustizialista. Queste contrapposizioni manichee vanno bene per i titoli dei giornali. Già come avvocato e come professore di diritto, queste visioni semplificatrici affidate alle ideologie degli “ismi” non mi sono mai piaciute. Anche adesso che sono Presidente del Consiglio continuo a pensarla allo stesso modo”. Quindi il massimo esponente dell’esecutivo giallorosso, sottolinea come ai cittadini non interessino queste situazioni, bensì “che il “sistema giustizia” offra un servizio efficiente, adeguato, giusto”. Conte usa le parole “dialogo, confronto, ascolto”, definendole “parole chiave nello svolgimento del mio ruolo da Presidente del Consiglio. Ma arriva il momento delle decisioni”. “Gli italiani – aggiunge – si aspettano risposte e concretezza, non litigi e rinvii. Tanto sui temi appena citati, quanto sul tema della prescrizione”. Quindi il messaggio finale, rivolto ancora una volta al leader di IV: “Confido che tutte le forze di maggioranza riescano a condividere la medesima ragionevole posizione”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
PRESCRIZIONE, RENZI VS M5S E PD
Scontro totale al Governo sul dossier prescrizione, Italia Viva si “sfila” dalla maggioranza: il partito di Matteo Renzi si è detto fuori dall’intesa raggiunta da M5s-Pd-LeU ed ha promesso di dare battaglia. Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede non ha alcuna intenzione di fare marcia indietro ed ha inviato un messaggio chiaro ai renziani: «Si va in Consiglio dei ministri con questo testo: poi, a seconda di come si deciderà di portare il Conte-bis, a quel punto il Parlamento avrà la possibilità di esprimersi». Una battuta poi sul lodo Conte-bis: «Perfezionabile? No. Poi c’è sempre il Parlamento che è sovrano e ci sono ancora i passaggi parlamentari, ma abbiamo fatto otto vertici e questo è il testo». Clima di altissima tensione, dunque, con Iv che mette nel mirino i dem: «Oggi il Partito Democratico getta la maschera e si schiera con i giustizialisti. Da oggi il PD è ufficialmente a rimorchio dei grillini sulla giustizia. Peccato per i riformisti che credevano in quel partito», le parole di Davide Faraone. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
PRESCRIZIONE, CAOS GOVERNO: RENZI VS M5S-PD
E se la prescrizione fosse per il Governo Conte-2 come la Tav lo è stato per il Conte-1? Le settimane passano, un accordo sulle modifiche alla Riforma Bonafede non si trovano e i rapporti interni alla maggioranza si consumano nel braccio di ferro continuo che ad oggi non vede una soluzione a breve termine che non possa prevedere crisi o “siluramento” di qualche illustre esponente di Governo. La goccia è traboccata ieri sera quando nella riunione di Governo l’accordo sulla prescrizione è stato trovato tra Pd, M5s e LeU mentre Italia Viva ha “rotto” il tavolo annunciando pubblicamente di non voler votare quel tipo di accordo: si tratta nei fatti di un “Lodo Conte-bis” dove si prevede una sospensione “breve” della prescrizione in caso di assoluzione in primo grado mentre resta bloccata in appello per tutti coloro che sono stati condannati in primo grado. In attesa di capire se servirà un Decreto o qualcos’altro, fonti Ansa di P. Chigi spiegano che il Governo intende varare il “lodo” nel Consiglio dei ministri di lunedì: in quella stessa occasione partirà anche la riforma del processo penale, con l’approvazione di un disegno di legge di delega. Il problema è che in tutto questo una parte sostanziale del Governo – guardando ai numeri soprattutto in Senato – non ci sta e pubblicamente “strappa” sul tema giustizia.
ITALIA VIVA CONTRO IL GOVERNO: CRISI SULLA PRESCRIZIONE?
«Questo governo, che io stesso ho promosso, è nato per evitare l’Italexit di Salvini, ma non posso diventare giustizialista. Siamo una forza riformista, non cediamo al populismo nella giustizia. Non ce ne andiamo ma se ci vogliono cacciare, ce lo dicano»: molto chiaro Matteo Renzi questa mattina a Radio Capital nella lunga intervista che segna un punto di forte frizione con il Governo Conte-2 al quale sembra difficile vedere una svolta, proprio come avvenne mesi fa in condizioni ovviamente diverse e con attori diversi con il nodo “Tav”. Il leader di Italia Viva mette alle strette la maggioranza, pur ammettendo che i veri temi di oggi dovrebbero essere Coronavirus e infrastrutture (visto il tragico incidente di ieri a Lodi, ndr) «il compromesso di ieri è un passo avanti, ma per noi non è sufficiente perché contiene ancora un principio giustizialista. Il Parlamento deve scegliere tra la legge di Bonafede e Salvini e quella di Gentiloni e Orlando. Io sto con questi ultimi due. La novità di ieri è che il Pd si è schierato con il M5s». L’appello più forte Renzi lo fa infatti contro il Pd e non tanto con il M5s che sembra quasi non voler più considerare come forza “all’altezza”: «Non riesco a capire perché il Pd non utilizzi la forza del risultato in Emilia Romagna per dettare l’agenda, ma continui a inseguire quella dei cinquestelle». È però all’ultimo passaggio dell’intervista che arriva forse la “minaccia” politica più forte, quando si tratteggia un possibile Governo con appoggio esterno di Italia Viva «significherebbe che dovremmo far dimettere i nostri ministri: Bellanova e Bonetti stanno lavorando bene, il sottosegretario Scalfarotto agli Esteri è il numero uno. Noi non vogliamo lasciare. Poi se il presidente del Consiglio vuole che lasciamo, ci mettiamo un quarto d’ora. Sulla giustizia – conclude Renzi – però noi non ci stiamo. Se qualcun altro per mantenere una poltrona è disponibile a diventare socio della piattaforma Rousseau faccia pure, noi siamo un’altra roba». Davanti alle insofferenze manifestate da Italia Viva, il Ministro Bonafede ha commentato poco fa dal Parlamento «IV si prenderà le sue responsabilità. Lunedì il via alla riforma del processo penale»; controreplica immediata arriva dall’ex dem Ettore Rosato, su Twitter «Leggo che il Ministro Alfonso Bonafede è stanco di Italia Viva: se è così stanco troveremo nelle prossime settimane il modo per farlo riposare».