Doveva tenersi domani il vertice di Governo sulla prescrizione, l’anticamera di quella “verifica-tagliando” che nel 2020 deve rilanciare al più presto l’opera riformatrice dell’esecutivo Conte-bis: e invece il “check-up” forse si terrà dopo le Regionali di fine gennaio, dunque ormai a febbraio, mentre la riunione per capire se e come modificare la riforma Bonafede che dal 1 gennaio 2020 introduce il “mai più prescrizione” dopo sentenze di primo grado (anche in caso di assoluzione, ndr), viene fatta slittare al 9 gennaio prossimo. Il Governo fibrilla sulla giustizia, con un M5s attaccato da Italia Viva e con un Pd che sembra aver “mollato l’osso” sulle proposte rilanciate dall’ex Ministro Andrea Orlando per rivedere radicalmente l’impianto della legge votata dal Governo Lega-M5s. Domani alla Camera sfilerà un presidio organizzato da Più Europa, Azione, Energie per l’Italia e Radicali per chiedere l’immediata cancellazione del blocco della prescrizione previsto dalla riforma Bonafede e il ripristino del principio del giusto processo: previsti, tra gli altri, gli interventi di Emma Bonino, Carlo Calenda, Stefano Parisi e Benedetto Della Vedova. Dentro al Parlamento intanto, emerge ancora più netta la distanza tra i renziani e il resto della maggioranza, con gli ultimatum rilanciati ancora oggi giorno d’Epifania. «Sulla prescrizione la palla è nelle mani di Bonafede e del M5S, come abbiamo ribadito più volte», avanza Luciano Nobili, deputato di Italia Viva.



GOVERNO “BALLA” SULLA PRESCRIZIONE: LA MINACCIA DI ITALIA VIVA

La “minaccia” è sempre la stessa: o arrivano modifiche alla legge sulla prescrizione, oppure il movimento nato dalla costola del Pd è pronto a votare contro il proprio stesso Governo. Ancora Nobili, «Noi di Italia Viva siamo pronti a discutere se c’è la volontà di correggere questa barbarie giuridica. Altrimenti voteremo la proposta Costa (di Forza Italia, ndr) e tutte le forze politiche si assumeranno le proprie responsabilità davanti ai cittadini, che non possono essere condannati a processi senza fine, il contrario della giustizia». Il renziano lancia poi un “consiglio” agli stessi alleati-rivali pentastellati: «fossi in loro accelererei, perché ho l’impressione che dopo le regionali in Emilia Romagna avranno altri problemi di cui occuparsi». Per tutti questi motivi non c’erano i presupposti evidenti per arrivare ad un vertice di Governo già da domani, spostando la lancetta del tempo qualche giorno più in là e far agire le “rispettive” diplomazie verso Palazzo Chigi: intanto la presidente dei Senatori di Forza Italia, Anna Maria Bernini, commenta «La maggioranza ha rinviato la verifica sulla prescrizione: nessuna sorpresa, visto che questo è il governo dei rinvii e dei decreti salvo intese. Ma ora Di Maio ha posto una nuova mina sulla strada dei cosiddetti riformisti di Italia Viva: l’abolizione del Jobs Act e il ripristino dell’articolo 18, da sempre fiori all’occhiello del renzismo. Vedremo se gli alleati del grillismo imperante chineranno la testa anche su questo». Dal fronte dem, il capolista Pd nelle ultime Elezioni Europee nonché ex sindaco di Milano Giuliano Pisapia lancia la sua personale “fatwa” contro la riforma della prescrizione: da giurista e avvocato qual’è, Pisapia si permette dalle colonne di Repubblica di asserire «Una forza politica autenticamente democratica non può permettere che avvenga questo scempio del rispetto delle regole. Più in generale io ero perplesso del percorso che il centrosinistra ha poi scelto, cioè di alleanza con i 5 Stelle. Ma la cosa più grave è che manca del tutto la discontinuità tra il governo giallo-rosso e il precedente tranne che su due punti: il rapporto con l’Europa e molte facce nuove di ministri e vice».

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