Il 2 febbraio si dedica alla giornata la celebrazione della Presentazione di Gesù al Tempio, un episodio non riportato da tutti gli Evangelisti eppure di grande importanza perché rappresenta l’ingresso nella comunità ebraica del Nazzareno. Ce ne parla soprattutto Luca al punto 2,22-39 citando la volontà di Giuseppe e Maria di condurre davanti a Dio nel Tempio di Gerusalemme il quarantesimo giorno dopo la nascita, un’usanza biblica della comunità ebraica che prevedeva la presentazione del primogenito maschio sin dall’Esodo.



Durante il tragitto verso il tempio di Gerusalemme, la coppia incontrò sul proprio cammino Simeone che, con fare profetico, annunciò la Luce portata in futuro dal Bambino, quindi la santità del Messia, ma, allo stesso tempo, il dolore che avrebbe sostenuto la Madonna nell’essere madre di un figlio votato al sacrificio, alla Remissione di tutti i peccati attraverso il sacrificio.



Presentazione di Gesù al Tempio, centrale la figura di Maria

Quindi è centrale la figura di Maria in questo episodio della Presentazione di Gesù al Tempio, una donna scelta per la sua forza, una madre che accettò l’Annunciazione senza porre dubbi di alcun tipo e che visse la crescita del figlio nelle parole, crude e fatali di Simeone. Il Cantico di Simeone è di grande impatto, la sua forza espressiva merita approfondimenti superiori, le profezie dell’uomo non solo furono confermate nei successivi trentatré anni, ma, proprio quel giorno, dalla vedova Anna che al tempio di Gerusalemme riconobbe nel bambino l’essenza del Figlio di Dio. Dal punto di vista storico gli studiosi confutano questo momento d’infanzia di Gesù Cristo: se per Luca il quarantesimo giorno di vita del bambino Divino fu la Presentazione al Tempio, per Matteo invece è il momento del ritorno a Nazareth dopo la fuga in Egitto per fuggire alla volontà genocida di Erode.



Analizzando il significato più profondo del passaggio della Sacra Famiglia a Gerusalemme, una celebrazione, la Presentazione, che poteva tranquillamente avvenire in altre sinagoghe, eppure in Gerusalemme assume un valore assoluto: nel tempio centrale dell’ebraismo viene presentato il Messia, che, nonostante la profezia di Anna e Simeone, dagli stessi figli di Abramo non sarà in seguito riconosciuto se non da parte di coloro che si convertiranno al credo di Cristo. Per la Chiesa sarà successivamente il Battesimo il momento supremo di presentazione dei neonati a Dio, la pulizia dal peccato, eppure, in quel momento, Giuseppe e Maria sentono che Cristo poteva essere Messia assoluto, quindi onorarono la Bibbia con una scelta profondamente d’amore. Nonostante il 2 febbraio veda la celebrazione di un episodio, non quella di una santità, alcune località celebrano nel nome della Presentazione al Tempio questa giornata come il piccolo paesello di Quagliuzzo in Piemonte, un piccolo borgo appartenente alla Città metropolitana di Torino. Ovviamente la celebrazione prevede una Messa solenne che cade proprio nel giorno della Candelora, giornata nella quale si benedicono le candele, una pratica purificatrice che proprio nella Presentazione di Gesù al Tempio trova la sua fonte illuminante. Per quel motivo? Perché Gesù è Luce per le nazioni, è fiamma che scalda il cuore, che riluce nell’oscurità, motivo per il quale, sebbene non abbiamo città dedicate come patrono a questa giornata, tutta la Chiesa si chiude in preghiera e le fredde giornate del 2 febbraio sono anche le occasioni rituali per rimuovere il presepio e gli addobbi natalizi.

Tutti gli altri Beati di oggi

Nella stessa giornata celebriamo anche: Santa Caterina de’ Ricci (Vergine), Santa Giovanna di Lestonnac (Religiosa), Beato Simone Fidati da Cascia (Agostiniano), Beato Andrea Carlo Ferrari (Arcivescovo).