LO SCANDALO NELLA CHIESA AVELLINESE: IL PRESEPE CON GESÙ E LE DUE MAMME
Sta facendo discutere il presepe con due mamme e il Bambin Gesù situato all’interno della chiesa dei santi Pietro e Paolo a Capocastello di Mercogliano, in provincia di Avellino: un presepe “arcobaleno” per riflettere la situazione odierna e abbracciare da vicino «le famiglie LGBTQ», secondo quanto spiegato dal parroco in questione, Don Vitaliano Della Scala. Nel giorno in cui la polemica politica scatta contro il Governo per la presentazione di un disegno di legge in quota Fratelli d’Italia per impedire il divieto del presepe cristiano a scuola, molto più “sotto silenzio” sta passando il caso del presepe “pro-LGBTQ” non in un luogo laico del servizio pubblico come una scuola o un ufficio pubblico, ma in una chiesa.
Niente San Giuseppe, mica serve, dentro due mamme e un angelo assieme al Bimbo: «La luce del Natale quest’anno la vedo risplendere anche su queste famiglie, colpite da critiche e condanne disumane e antievangeliche», ha detto il sacerdote che già in passato si era fatto notare per uscite e provocazioni sempre in riferimento all’attualità della polemica politica del momento. Dal Gesù posto sul gommone per richiamare l’emergenza migranti, alle scarpe rosse nella mangiatoia per risvegliare le coscienze contro i femminicidi: tutto legittimo, certamente discutibile, ma per nulla “lesivo” del fulcro centrale della Natività, ovvero la Sacra Famiglia.
“PRESEPE VICINO ALLE FAMIGLIE LGBT”: MA HA SENSO FARLO ELIMINANDO SAN GIUSEPPE?
E invece con questo presepe “LGBTQ” si arriva ad eliminare la figura di San Giuseppe, pensando in questo modo di richiamare la presenza nella società di famiglie “inusuali” per la Chiesa, a costo però di travalicare l’origine storica del Vangelo di Gesù. «Ogni anno la comunità prepara il presepe tradizionale e io ne regalo uno ai fedeli con un tema di attualità. Il primo presepe, realizzato da San Francesco nel 1223 era un atto di denuncia caritatevole e fraterna. Era legato sì, alla Natività, ma San Francesco voleva ricordare ai suoi seguaci l’importanza di seguire la povertà radicale, dal momento che loro se ne stavano allontanando. Voleva ribadire che Gesù era nato povero», spiega Don Vitaliano rispondendo alle domande di “Notizie.com” in merito alle polemiche per il presepe con le due mamme nell’Avellinese.
Siccome oggi, sottolinea il parroco, il concetto di famiglia si è come “ampliato” – è giusto di due giorni fa la decisione del Vaticano con Papa Francesco di aprire alla benedizione delle coppie omosessuali – «Alla chiesa si rivolgono tante persone e io ho capito che accanto alla famiglia tradizionale ci sono anche altri modi di essere famiglia. E tutti ci interpellano». Facendo il catechismo ai bambini, continua don Della Scala, «incontriamo due papà, due mamme, genitori single, o divorziati. Anziché condannare questi nuovi modi di essere famiglia, ho voluto invitare a riflettere. E l’ho fatto entrare nel presepe». Presente al primo Gay Pride nel 2000 in Italia, Don Vitaliano si chiede come mai la Chiesa abbia aspettato ben 23 anni prima di ragionare sulla benedizione delle coppie arcobaleno: «La luce del Natale quest’anno la vedo risplendere anche su queste famiglie LGBTQ», conclude il sacerdote campano.
Una polemica politica è stata lanciata dalla maggioranza, in particolare con la nota del senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri: «La rappresentazione della Natività, tanto cara a tutti noi, viene così snaturata nell’ennesimo tentativo di non offendere qualcuno ma con il risultato di offendere tutti coloro che hanno sempre avuto rispetto e devozione per la Sacra Famiglia». Per il capogruppo FI in Senato, il presepe con due mamme a Capocastello di Mercogliano è un atto di blasfemia: «Un gesto che lascia sgomenti, è l’ennesimo atto di vera e propria blasfemia, con la rimozione di San Giuseppe e, dobbiamo immaginare, evidenti allusioni nei confronti della Madonna, così come d’altronde siamo abituati a vedere in molti cortei che rivendicano diritti e tolleranza dimenticando però di rispettare il mondo cattolico». Don Vitaliano sempre a “Notizie” ha voluto replicare direttamente alle critiche del Centrodestra al suo presepe: «Inviterei Gasparri a leggere il significato della parola blasfemia sul vocabolario. I senatori ci rappresentano, quindi dovrebbero saper parlare italiano. La blasfemia non è questo. Io capisco che la politica della destra sia basata sulla famiglia tradizionale. Ma allora perché invitare Elon Musk ad Atreju? Ha figli con tre donne e altri nati dalla gestazione per altri. Per una questione elettorale propongono la famiglia tradizionale e alle manifestazioni politiche propongono altri tipi di famiglie?».