Hanno approfittato della pandemia di Coronavirus e della conseguente assenza degli alunni e del personale gli autori del furto avvenuto in una scuola di Scampia, intitolata alla memoria del poeta Eugenio Montale. Un’azione ignobile, che ha consentito ai ladri di agire indisturbati e di appropriarsi di tutti i computer presenti all’interno dell’edificio, al quale, come se non bastasse, hanno arrecato anche alcuni danni strutturali: pareti danneggiate, armadietti e sistemi antifurto forzati, materiale didattico scaraventato sul pavimento, alla rinfusa. La vicenda è stata raccontata con dovizia di particolari dal settimanale “Famiglia Cristiana”, che riporta anche la reazione di sdegno e condanna morale da parte delle famiglie degli studenti, rappresentate dalla mamma di uno di essi. “Gli autori del furto hanno rubato ai loro figli, nipoti, fratelli – hanno dichiarato in coro i genitori degli alunni –. Noi ci sentiamo stremati dalla continua lotta cui siamo costretti ogni giorno. Ovviamente ci rimboccheremo le maniche e lavoreremo insieme per aiutare. Però le istituzioni facciano la loro parte e non continuino a lasciare sole le famiglie e le scuole”.



LADRI IN UNA SCUOLA DI SCAMPIA: LA LETTERA DELLA PRESIDE

Un gesto inqualificabile e incommentabile, al quale la scuola non ha voluto assistere inerme e silenziosa. La risposta è giunta per mezzo di una lettera aperta che la preside ha scritto ai ladri: “Siete venuti a scuola di notte, avete rotto e sottratto ciò che noi usiamo con attenzione, ci avete sottratto strumenti utili alla costruzione del futuro forse anche dei vostri fratelli, figli, nipoti. Ci avete tolto un po’ di serenità perché ieri è stato difficile non demoralizzarsi, davanti a tutti quei danni, alla parete distrutta, alla macchinetta delle bevande manomessa, a tutti quegli oggetti sparsi ovunque, agli armadietti aperti e divelti, a fili della corrente rotti, all’antifurto distrutto, ai computer spariti”. Un elenco infinito, che ben evidenzia la portata della notizia. La dirigente scolastica, tuttavia, ha affermato che il lavoro proseguirà anche senza pc, che il laboratorio sarà inevitabilmente più vuoto, “ma non lo si può arricchire di oggetti simbolo di scoperta e sviluppo per alimentare la sete di coloro che non vogliono futuro. Noi continueremo a lottare per dare istruzione e guidare all’autonomia e continueremo a dire ai nostri alunni che a scuola c’è uguaglianza, serenità, accoglienza, possibilità di costruire un futuro migliore, nonostante ci sia chi non ci crede, e che per interessi personali, lede un’intera comunità”.

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