L’APPELLO DEL PRESIDENTE ARMENIA ALL’ONU: “CONTINUE MINACCE DALL’AZERBAIGIAN”
Dopo la “tregua” degli scorsi mesi nelle ultime ore sale al massimo della tensione l’escalation per una possibile guerra tra Armenia e Azerbaigian sul controllo della regione nel Caucaso del Nagorno-Karabakh: l’allarme è stato lanciato ieri dal Premier armeno, Nikol Vovayi Pashinyan, il quale ritiene molto probabile il conflitto dopo le ennesime minacce giunte da vicini azeri. «C’è un genocidio in corso nel Nagorno-Karabakh per mano del governo azero», ha ribadito il Primo ministro e lo conferma oggi al “Corriere della Sera” il Presidente dell’Armenia Vahagn Khachaturyan, giunto a Roma per incontrare il presidente Mattarella, i presidenti di Camera e Senato, il sindaco di Roma (ed è previsto anche un vertice con la Premier Meloni a Palazzo Chigi).
«Il rischio di una nuova guerra tra Armenia e Azerbaigian mette in pericolo la pace in tutto il Caucaso meridionale», riflette il Presidente del piccolo stato a maggioranza cristiana, tra i primi partner commerciali della Russia (che da anni ormai tende a proteggere l’Armenia dalle insidie del governo islamico di Azerbaigian. Da mesi, denuncia Khachaturyan, il Paese azero blocca il corridoio verso il Nagorno-Karabakh provocando la fame e le sofferenze per i 120mila abitanti: «Non possiamo portare cibo perché l’Azerbaigian sta bloccando il corridoio. Dopo la seconda guerra del 2020, il nostro vicino non solo gode dell’impunità, ma crede fermamente di poter raggiungere ulteriormente i suoi obiettivi attraverso azioni militari». L’appello lanciato dal Presidente armeno viene rilanciato alle Nazioni Unite, con l’Italia che potrebbe fare da “megafono” dopo la visita delle prossime ore.
RISCHIO GUERRA ARMENIA- AZERBAIGIAN: “LE NAZIONI UNITE NON HANNO REAZIONI”
«L’ultimo negoziato si è tenuto a Bruxelles il 15 di luglio con la partecipazione del presidente del Consiglio europeo Charles Michel. Ma ci sono stati incontri con i rappresentanti russi e statunitensi, oltre ai colloqui bilaterali tra i ministri degli Esteri armeno e azero», spiega ancora Khachaturyan al “CorSera” sottolineando come l’Armenia voglia solo la pace a questo punto. La bozza di accordo è stata anche trovata ma uno dei punti è «riconoscimento reciproco della propria integrità territoriale. Il primo ministro armeno ha ufficialmente dichiarato che riconosce l’integrità territoriale dell’Azerbaigian. Noi ci auguriamo che loro facciano lo stesso», rileva il Presidente armeno.
Tirata d’orecchie arriva diretta poi verso l’ONU, accusato di non far molto alle continue minacce in arrivo da Baku verso l’Armenia e il Nagorno-Karabakh: «nuova guerra? Molto probabile, è una realtà. La situazione nella regione rimane esplosiva poiché la minaccia di una nuova aggressione militare contro il nostro territorio sovrano è estremamente elevata. Baku sta ignorando la dichiarazione trilaterale del 9 novembre 2020 firmata dal primo ministro dell’Armenia, dal presidente dell’Azerbaigian e dal presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin». La continua aggressione dell’Azerbaigian, conclude il Presidente dell’Armenia, «sta assumendo anche nuove forme. Siamo testimoni di bombardamenti regolari limitrofi al confine. E purtroppo non vediamo una reazione adeguata e dura della comunità internazionale». Restano le relazioni importanti con la Russia la quale però è impegnata nel conflitto globale con l’Ucraina: secondo Khachaturyan, «i legami restano. Ma è chiaro come la guerra abbia destabilizzato la regione soprattutto dal punto di vista economico. E se non ci fosse potremmo avere un altro tipo di relazione sia con la Russia che con l’Ucraina».