MEDIA E TEMPISTICHE SUL VOTO DEL QUIRINALE

Al quinto scrutinio per le elezioni del Presidente della Repubblica si sente già tutta “l’insofferenza” dentro e fuori la politica per un accordo che sembra ancora stentare tra le forze politiche: ma vedendo il passato dei 12 precedenti Capi dello Stato, la corsa al Quirinale 2022 non sembra affatto essere “fuori tempo” massimo.



Il record appartiene a Giovanni Leone, eletto il 24 dicembre 1971 dopo ben 23 scrutini: certo, all’epoca rispetto ad adesso, si votava due volte al giorno perché non c’erano le regole Covid da osservare, ma resta una lunghezza nelle trattative per il momento non paragonabile alle pur difficoltose situazioni attuali. Solo De Nicola (il primo capo provvisorio dello Stato eletto nel 1946 dall’Assemblea Costituente), Cossiga e Ciampi sono stati eletti ai primi scrutini dopo poche ore di dibattito in Parlamento: pure Sandro Pertini, che ottiene il record della più ampia “maggioranza quirinalizia” (832 voti su 995 grandi elettori), nel giugno 1985 venne eletto al 16esimo scrutinio dopo 15 consecutivi falliti tentativi da parte dei partiti. Se a tutto questo ci aggiungiamo che per la prima volta nella storia repubblicana, il Parlamento non ha una chiara maggioranza stabile per poter eleggere il Capo dello Stato (per effetti della complessa legge elettorale) e che in ballo questa volta c’è anche inevitabilmente il Governo (per il Premier Draghi tra i “candidabili” e per la complessa composizione della maggioranza) ecco che l’esito dell’attuale corsa al Colle risulta tutt’altro che semplice da far risolvere in breve tempo.



QUANDO SONO STATI ELETTI I 12 PRESIDENTI DELLA REPUBBLICA

In attesa dunque di scoprire quando potrà essere eletto il prossimo, il 13esimo, Presidente della Repubblica occorre ripercorre un attimo la storia per capire quali siano state le reali tempistiche: con la media all’ottavo-nono scrutinio, l’età media all’elezione del Capo dello Stato è stata di 73 anni,, con Giorgio Napolitano unico nella storia ad essere eletto due volte (per il momento, date le crescenti quotazioni di un Mattarella bis qualora fallissero tutte le trattative nei prossimi giorni). De Nicola fu Presidente dal 1 gennaio al 12 maggio 1948, la permanenza più breve nella storia nonché la prima: Einaudi fu invece il primo ad essere eletto dal Parlamento in seduta comune, con 518 voti su 871 votanti al quarto scrutinio. Giovanni Gronchi pure fu eletto al quarto tentativo con ben 658 voti su 833 votanti nel maggio 1955 mentre il suo successore, Antonio Segni, venne eletto al nono scrutinio (ma si facevano 3 votazioni al giorno, ndr) l’11 maggio 1962: Giuseppe Saragat nel dicembre 1964 venne eletto da una maggioranza di 646 voti su 927 votanti dopo però ben 21 scrutini necessari per trovare la quadra. Detto di Leone, record assoluto con 23 scrutini e superando il quorum con soli 13 voti di scarto, il suo successore Sandro Pertini (luglio 1978) ebbe larga maggioranza ma comunque necessitò di 16 votazioni consecutive; Cossiga eletto in sole tre ore nel giugno 1985 venne poi seguito dal 16esimo scrutinio per Oscar Luigi Scalfaro, eletto il 25 maggio 1992 appena due giorni dopo la Strage di Capaci con la morte del giudice Giovanni Falcone. Ciampi fu eletto in sole 2 ore e 40 minuti al primo scrutinio il 13 maggio 1999: Napolitano “primo” venne eletto il 10 maggio 2006, al quarto scrutinio, 543 voti su 990 votanti; la seconda volta invece venne rieletto il il 20 aprile 2013 al sesto scrutinio con 738 voti su 997 votanti. Le sue dimissioni arrivarono il 14 gennaio 2015 e il suo successore, Sergio Mattarella, venne eletto Presidente della Repubblica al quarto scrutinio con 665 voti su 995, era il 3 febbraio 2015.

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