Lancia gravi accuse alla Serbia la presidente del Kosovo, Vjosa Osmani. Intervistata stamane dai microfoni del Corriere della Sera, in occasione della sua visita a Roma dove ha incontrato Mattarella e Papa Francesco, ha ricordato le tensioni nei Balcani: «Purtroppo la Serbia è guidata da chi negli anni ’90 stava al servizio di Milosevic e ha le stesse rivendicazioni territoriali d’allora: han solo cambiato strategia. La Serbia considera il Kosovo, la Bosnia, il Montenegro come Stati provvisori da distruggere, vuole destabilizzarli». E ancora: «La mentalità egemonica di Belgrado somiglia moltissimo all’approccio che ha la Russia, quando crede di tornare all’era imperiale e di prendersi territori di Paesi vicini. E la Serbia gioca seguendo lo schema di Putin. La pacificazione col presidente serbo Aleksandar Vucic non è la strada da seguire, l’abbiamo già visto con Milosevic nei primi anni ’90 quando qualcuno lo considerava un pacificatore».
Per Osmani è quindi fondamentale la presenza dell’Alleanza Atlantica: «I Paesi democratici devono dare a Belgrado un messaggio chiaro: non permetteranno di trascinare la regione sull’orlo d’un altro conflitto. Per questo, è estremamente importante la presenza della Nato. La Russia vuole spostare sui Balcani occidentali l’attenzione dell’Occidente, per distoglierla dall’Ucraina. E la Serbia minaccia la sicurezza usando forze che cooperano col Gruppo Wagner, comprano armi russe e mandano paramilitari nel Nord del Kosovo a erigere barricate, creare tensioni».
OSMANI CONTRO LA SERBIA: “HO LE PROVE MA SONO INFORMAZIONI CLASSIFICATE”
Accuse pesantissime quella della presidente del Kosovo Osmani, che in merito alle possibili prove spiega: «Non posso dare particolari perché, si tratta d’informazioni classificate. Ma lavoriamo coi nostri alleati occidentali per far sì che questi paramilitari legati a Wagner falliscano nel loro piano per destabilizzare il Kosovo».
In ogni caso il premier kosovaro Albin Kurti ha parlato di un possibile accordo con i serbi: «Dal nostro punto di vista, è così. Ma per ballare un tango bisogna essere in due. E la Serbia per ora vuole solo creare crisi su crisi». Quando la presidente del Kosovo venne eletta, disse che era venuto il momento d’osare rivolgendosi alle donne: «Non mi riferivo solo al ruolo femminile. Significava osare in senso più esteso – ha concluso – nella lotta alla corruzione. E per raccogliere nuove sfide».