Bernardo Notarangelo, il presidente di Milano Ristorazione, si è dimesso dopo il caso del bullone rinvenuto in un panino fornito dall’azienda ad un bambino dell’Istituto Comprensivo Rinnovata Pizzigoni come pranzo a sacco. Il suo incarico giunge dunque al termine a distanza di quattro anni. “È stato un colpo al cuore, quella vite lì non doveva esserci”, ha sottolineato nel lungo post pubblicato su Facebook all’interno del quale spiega i motivi della sua decisione.



“Le ragioni sono in larga parte personali. La mia è umana stanchezza”, ha precisato. L’episodio, tuttavia, lo ha senza dubbio scosso. “Dopo essere stato messo a conoscenza, ho subito disposto verifiche scrupolose, per accertare le responsabilità e renderne conto. Ma al tempo stesso ho pensato subito a quel bambino, a quella famiglia. Caro bambino, ho due figli meravigliosi, ormai grandi, che hanno frequentato come te le scuole pubbliche di Milano e mangiato i pasti di Milano Ristorazione. Quando ho appreso del panino ho pensato a te e ho pensato a loro. Le responsabilità saranno accertate”, ha assicurato.



Presidente Milano Ristorazione si è dimesso: l’annuncio su Facebook

All’interno del post con cui Bernardo Notarangelo ha annunciato di essersi dimesso, il presidente di Milano Ristorazione ha ricordato anche delle difficoltà avute nel guidare l’azienda durante la pandemia di Covid-19. “A scuole chiuse, durante il lockdown, abbiamo dato il nostro contributo alle iniziative poste in atto dal Comune a favore della fragilità. Con lo stesso spirito abbiamo operato nella fase della ripartenza, dopo un capillare lavoro di pianificazione svolto in tutte le scuole di Milano. E dopo la riapertura, ma con i contagi ancora altissimi anche tra il nostro personale, non abbiamo mancato un solo giorno di servizio, spesso dovendo sostituire intere squadre, da un giorno all’altro, quando qualcuno di noi risultava positivo”.



A tal proposito, un momento in particolare gli è rimasto nel cuore. “Il piccolo Carlo, che nel periodo del Covid-19 ha appeso ai cancelli del suo istituto un disegno che diceva: ‘Voglio tornare a scuola per mangiare i cibi buoni che mi davano a mensa’. Quando ho visto il cartello sono andato di persona a portargli il pranzo, augurandogli buon rientro a scuole riaperte. Mi mancheranno le voci di bambine e bambini, che per qualcuno sono assordante rumore, ma per me in questi anni sono stati musica”, ha concluso.