QUANDO IL PRESIDENTE SUPPLENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA SOSTITUISCE IL CAPO DELLO STATO

Chi è il Presidente supplente della Repubblica Italiana? La Costituzione, seppur non esplicitamente, risponde anche a questa domanda. La Carta, infatti, prevede due fattispecie di supplenza del capo dello Stato, che danno luogo a due diverse conseguenze: l’impedimento temporaneo e l’impedimento permanente.



Entrando nel dettaglio, l’impedimento temporaneo è seguito soltanto dalla supplenza, mentre l’impedimento permanente è seguito dalla supplenza e, successivamente, dall’elezione di un nuovo capo dello Stato. La prima fattispecie si verifica in caso di alcuni viaggi all’estero (di lunga durata o di notevole distanza) e di infermità momentanea, mentre la seconda fattispecie si verifica in caso di morte, dimissioni e ipotesi di malattie permanenti e impedimenti giuridici vari. Ebbene, chi è il Presidente supplente della Repubblica Italiana? L’articolo 86 della Costituzione è categorico: “Le funzioni del Presidente della Repubblica, in ogni caso che egli non possa adempierle, sono esercitate dal Presidente del Senato”.



CHI È IL PRESIDENTE SUPPLENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA

Secondo quanto previsto dalla legge, il Presidente supplente della Repubblica Italiana ha il potere di emanare decreti legge, promulgare leggi, accreditare diplomatici presso Potenze estere e ricevere le credenziali di nuovi ambasciatori stranieri. Ma non solo: teoricamente ha la facoltà di sciogliere le Camere, anche se la brevità della supplenza difficilmente consente questa possibilità. Il Presidente supplente della Repubblica Italiana ha un ufficio a Palazzo Giustiniani e ha uno stendardo simile a quello presidenziale, con un’unica differenze: all’interno ha uno sfondo bianco anziché i colori del tricolore italiano.



Nella storia italiana sono state registrate dieci supplenti: Cesare Merzagora in tre occasioni, Amintore Fanfani in tre occasioni, Francesco Cossiga in un’occasione, Giovanni Spadolini in quattro occasioni, Carlo Scognamiglio in tre occasioni, Nicola Mancino in sette occasioni, Marcello Pera in quattro occasioni e infine Franco Marini, Renato Schifani e Pietro Grasso, tutti e tre in un’occasione. Nella stragrande maggioranza dei casi la supplenza è stata necessaria in occasione di visite di Stato all’estero, anche se non sono mancate le sostituzioni per la transizione da un capo dello Stato all’altro.