Non lo chiamano scudo penale, ma il concetto è sostanzialmente quello: scatta l’allarme tra i presidi del mondo scuola a meno di un mese dalla riapertura, con l’Associazione Nazionale Presidi che tramite il proprio presidente Antonello Giannelli rilancia «Abbiamo chiesto prima della riapertura delle scuole di rivedere la responsabilità penale imputabile ai dirigenti scolastici in relazione alla sicurezza sugli ambienti di lavoro. Il Covid è equiparato a un incidente sul lavoro. Se il dirigente scolastico attua il protocollo sanitario allora non gli si deve imputare nulla». All’Ansa Giannelli ribadisce come tale richiesta non debba essere “confusa” con uno mero scudo penale anche se l’obiettivo è esattamente l’assoluzione da ogni eventuale responsabilità penale: «Non parliamo di scudo penale – aggiunge il responsabile dei dirigenti scolastici – perché quello fa riferimento a soggetti che hanno commesso reati, e i presidi non sono delinquenti o malfattori».



L’ALLARME DEI PRESIDI

Il timore dei presidi riguarda tanto la sicurezza degli insegnanti quanto quella degli stessi studenti, ma in più osservano diverse perplessità riguardo il bando pubblico iniziato dal Commissario Domenico Arcuri: «Chiediamo al commissario Arcuri che venga pubblicato il prima possibile il calendario di consegna dei banchi monoposto. L’inizio del nuovo anno scolastico si avvicina e non è possibile che i presidi vengano a saperlo il giorno prima: per organizzare tutto serve un minimo di anticipo». Il 14 settembre si ritorna in classe con però i banchi “a rotelle” che al momento non arriveranno prima di fine ottobre, da qui gli allarmi lanciati dai Ministri Speranza e Azzolina in questi giorni contro l’aumento dei contagi per rientri dall’etero e movida notturna: Giannelli si limita a commentare, sempre all’Ansa, «Non sappiamo niente di ufficiale. Siamo in attesa della riunione del Comitato tecnico scientifico in programma per dopodomani, riunione nella quale si farà il punto della situazione e, speriamo, si daranno indicazioni più stringenti sull’utilizzo della mascherina. E’ evidente che in assenza di banchi monoposto si porrà un problema di distanziamento e l’unico antidoto finirà con l’essere proprio la mascherina». Da ultimo, conclude il Presidente Anp, serve la collaborazione di tutti per poter iniziare davvero in presenza la scuola senza il ricorso alla complessa didattica a distanza: «serve la collaborazione di tutti, a partire dai genitori chiamati a spiegare ai loro ragazzi come la mascherina sia un dispositivo di protezione fondamentale. La scuola mette in comunicazione 30 milioni di persone, interi nuclei familiari con genitori e nonni, ed è evidente che con l’aumento della promiscuità tra gli individui cresce anche il rischio di contagio».

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