È possibile “giocare” in Borsa e aiutare i poveri: la ‘prova’ arriva da Mons. Pierpaolo Bazzichetto, prete di Oderzo (Treviso) protagonista di un’iniziativa davvero particolare: «Vangelo e Borsa vanno di pari passo, senza che nessuno escluda l’altro», scrive l’editoriale di Libero Quotidiano che oggi narra la vicenda di come la Chiesa si dimostri ben più creativa di quanto si possa pensare (e ben più di svariate imprese che operano da tempo con il mondo complesso dei mercati).



L’origine di un’azione del genere – investire in azioni in Borsa per poi poter generare beni da investire nella carità dei poveri – nasce dal documento della CEI (Confederazione Episcopale Italiana) il 25 febbraio 2020 dal titolo «La Chiesa cattolica e la gestione delle risorse finanziarie con criteri etici di responsabilità sociale, ambientale e di governance». L’obiettivo è alimentare e sostenere l’etica della finanza, con la Chiesa in primis ad agire come operatore finanziario responsabile che possa mantenere sempre salda la barra dritta su effetti etici, sociali e ambientali. I valori del Vangelo non possono essere messi da parte, congelati, per far spazio allo spadroneggiare sprezzante di certa finanza.



COME FUNZIONA L’ETICA DELLA FINANZA

La storia di Oderzo ha dunque molto da insegnare e viene così spiegata da Roberto Battistella, comitato contabile del Fondo della Carità, a “Libero”: «Il ricavato del patrimonio, che è inalienabile, vie- ne distribuito ai giovani e al- le famiglie della comunità che sono in difficoltà economica. Aiutiamo le persone che si rivolgono al parroco, che è in costante contatto con la Caritas e il Comune per controllare che non abbiano ricevuto già altre sovvenzioni». Tale Fondo esiste dal 2001 ma viene amministrato ora dal monsignore del Duomo di Oderzo, proprio Don Bazzichetto: molto interessante è però il come è nato tale progetto virtuoso, come spesso accade da un evento “casuale” (che per chi crede va invece inserito in un disegno ben più ampio).



Una coppia aveva perso un figlio ancora giovanissimo e hanno scelto di ricordarlo ogni giorno provando ad aiutare i poveri della zona creando un fondo e depositando una parte del loro patrimonio: il progetto è però cresciuto pian piano con l’aiuto anche di altre donazioni di cittadini colpiti dall’idea e dalla bontà dell’iniziativa. «Dal 2001 a oggi il Duomo di Oderzo ha distribuito oltre 250.000 euro alle persone più in difficoltà. Un esempio su tutti: dall’anno scorso parte dei soldi raccolti sono stati usati per acquistare computer revisionati da donare ai giovani studenti costretti alla didattica a distanza dai decreti governativi», spiega ancora “Libero” raccontando la storia di Don Bazzichetto. Le donazioni oggi arrivano sui 200-300 euro e vengono immediatamente investiti secondo uno statuto rigidamente osservato: le somme versate al Fondo della Carità vengano investite in titoli azionari o obbligazionari, pubblici o privati, quotati in maggioranza presso la Borsa di Milano, con la collaborazione della Private Banking di Banca Intesa San Paolo. Una finanza che “sostiene” e che “si sostiene”, anche grazie all’opera del tutto gratuita del monsignore di Oderzo che ogni giorno oltre ai suoi impegni da sacerdote “aggiunge” anche il lavoro di coordinatore degli aiuti tra l’economia reale e la finanza.