Prete lascia Chiesa cattolica perché ama un uomo: ma adesso dice messa e dà la comunione nella “Inclusive anglican episcopal church“, una chiesa della tradizione anglicana, con lo sguardo rivolto al cattolicesimo, che non obbliga i sacerdoti al celibato. E’ questa, in sintesi, la storia personale di Luca Ceccarelli, 48 anni, ex sacerdote perugino della diocesi di Terni che 13 anni fa abbandonò l’abito talare e la Chiesa cattolica per convivere con il suo compagno. Intervistato da La Repubblica, ha così ripercorso la sua storia: “Mi sono accorto che non riuscivo più a sublimare ciò che era in me, forse preso dal vortice dei tanti impegni e a causa della solitudine. Avevo molto incarichi diocesani, nella liturgia e nel cerimoniale, sono stato catechista, aiuto esorcista e notaio del tribunale diocesano. A un certo punto ho iniziato a concedermi l’affetto che mi mancava. Avevo una relazione con un uomo e non volevo prendere in giro i fedeli, che amavo. Così ho deciso di andarmene. Non è stato facile rinascere a 35 anni. Mi sono barcamenato con diversi lavori, poi ho conosciuto Mauro, che nel 2017 è diventato mio marito“.



PRETE LASCIA SACERDOZIO PERCHE’ AMA UN UOMO

L’ex prete ha trovato la sua nuova via al cristianesimo con l’incontro con “madre Maria Vittoria, prima donna ad essere ordinata presbitera nella chiesa anglicana di Tutti i Santi a Roma. Con lei ho iniziato un confronto e un cammino. In me risuonavano le parole del salmo 110: ‘Tu sei sacerdote in eterno’. A maggio è stata consacrata vescova nella Inclusive anglican episcopal church, realtà non legata a Canterbury, e in quell’occasione ho manifestato nelle sue mani la volontà di servire la nuova chiesa. Qua ho trovato la mia totalità e globalità“. A presenziare alle sue cerimonie è quella che Luca Ceccarelli stesso definisce una “piccolissima comunità”: “C’è mio marito che mi assiste, il mio amore per lui si è intensificato e ho ritrovato quella gioia che toccai quando ero stato ordinato. I miei fedeli non sono solo appartenenti alla comunità Lgbt, ma ad esempio coppie di persone divorziate e risposate, tra cui una ragazza che si è vista negare la comunione al funerale del padre. La differenza più importante con la chiesa cattolica, secondo me, è che qua non giudichiamo secondo moralismi retrivi o preconcetti ipocriti“.



PADRE LUCA: “CONTINUO A DARE LA COMUNIONE NELLA CHIESA ANGLICANA”

L’ex prete da due mesi è dunque diventato “padre Luca” per una comunità perlopiù composta da omosessuali, appartenenti alla comunità Lgbt e divorziati. Tutti si riuniscono nella sua casa di famiglia a Villa Pitignano, frazione di Perugia, dove Luca Ceccarelli abita con Mauro, il compagno con cui si è unito civilmente quattro anni fa. E la comunione? “Non nego la comunione a chi ha il cuore proteso”, dice padre Luca. Per la chiesa cattolica, ricorda La Repubblica, i sacramenti dispensati da lui sono validi, poiché la natura del sacerdozio rimane in perpetuo, ma non leciti. “Nella mia nuova chiesa – replica il diretto interessato – sono validi e leciti“. Padre Luca spiega la sua visione delle cose: “La chiesa apostolica romana dice: vi accettiamo come figli di Dio, ma non potete accostarvi a certi sacramenti. Lo potete fare solo spiritualmente, a meno che non viviate nella castità. È come mettere una torta davanti a due bambini e dire a uno: ‘Tu mangia solo con gli occhi e assapora col cuore’. Ai miei fedeli do la comunione perché è il dono più grande che Dio ci ha dato, che aiuta chi vive nella sofferenza di un mondo che impone etichette inaccettabili“.

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