Un prete che posta su Facebook una foto di un uomo nudo di spalle. Una svista? Certamente. Ma il dubbio che si è posto Francesco Mangiacapra, gigolò laureato in giurisprudenza, che in passato ha fatto parlare di sé per aver presentato un dossier alla Cancelleria della Curia arcivescovile di Napoli in cui denunciava diversi casi di omosessualità riguardanti sacerdoti, religiosi e seminaristi di tutta Italia, è come quella foto sia finita sullo smartphone del prelato. Sul suo blog l’avvocato Mangiacapra scrive: “La foto qui sopra è stata condivisa su Facebook non da un pornoattore ma da un sacerdote dell’isola di Ischia, un parroco a stretto contatto con monsignor Pietro Lagnese, vescovo della diocesi di Ischia dal 2013. Il parroco in questione di cui (per ora) non faccio il nome – in quanto sono sicuro che questo sia interesse diretto di Sua Eminenza Reverendissima Pietro Lagnese – ha condiviso la foto in oggetto per mero errore, tanto che, dopo averla inconsapevolmente lasciata on line per qualche ora, l’ha poi rimossa su evidente segnalazione di qualche suo fedele, forse qualcuno tra gli stessi che nel frattempo avevano segnalato a me la stessa foto“.
PRETE POSTA FOTO UOMO NUDO SU FACEBOOK
Ciò che lascia perplessi, però, è che sul profilo Facebook del prete vi sia anche un “like” quanto meno inopportuno visto il ruolo del prete ischitano: “Tra le preferenze “musicali” del presbitero – scrive Mangiacapra – è indicata una pagina spagnola equivoca “hombres solo para hombres“, ovvero “per soli uomini in cerca di uomini”. Ora, chiaro è che entrambi sono errori dovuti alla poca dimestichezza con l’utilizzo dello smartphone, con cui spesso le persone meno attente condividono per errore foto e contenuti presenti sul proprio telefono. Ma è altrettanto chiaro che la presenza sul proprio smartphone di contenuti così specifici non è casuale né può genericamente ascriversi all’esistenza di virus o spiriti maligni insinuati nel proprio smartphone. Il sacerdote in questione, evidentemente, ha condiviso per mera svista dei contenuti che aveva sul proprio telefono e ha inserito tra i preferiti nel profilo una pagina che, non per caso, si trovava a visitare“. Secondo Mangiacapra, dunque “Sua Eminenza Reverendissima Pietro Lagnese è sicuramente tenuta a dare delle spiegazioni, a indagare, a capire, a chiarire. Ciò non certamente al sottoscritto ma ai fedeli della Parrocchia, ai collaboratori del parroco, ai catechisti e ai genitori dei bambini che frequentano la chiesa”, anche perché “il tempo dei preti colti e della gente ignorante è finito, ora anche i credenti si pongono delle domande e le pongono alla Chiesa, pretendendo delle risposte chiare“.