L’abolizione del segreto pontificio voluto da Papa Francesco, ufficializzata ieri, servirà per non intralciare indagini riguardanti eventuali nuovi casi di pedofilia all’interno della Chiesa. Una decisione coraggiosa quella del Pontefice, che è stata accolta col sorriso da molti, a cominciare dalle vittime di abusi: «Come vittima e sopravvissuto, ringrazio il Papa per il suo coraggio – ha spiegato ai microfoni del Corriere.it, il 56enne Juan Carlos Cruz, abusato quando era adolescente da parte di un sacerdote – io so che nella Curia e in tutto il mondo ci sono cardinali e vescovi contro di lui, gente che finora si è nascosta dietro il segreto pontificio per coprire il terrore e insabbiare. È caduta una muraglia oscura». Simile il pensiero di un’altra vittima, il 22enne Alessandro Battaglia: «Si figuri che neanche lo sapevo – spiega lo stesso sempre al Corriere – Però sono contento, chiaro. Lo chiedevamo da anni. Certo i vescovi non hanno più scuse, ora: non potranno insabbiare con la scusa che rischiano la scomunica». Alessandro è stato abusato in quel di Rozzano, in provincia di Milano, quando aveva solo 15 anni. Il prete che ha commesso il reato è stato condannato a 6 anni e 4 mesi, ma ci sono voluti anni per iniziare il processo: «La Chiesa è così, una macchina lentissima – dice lo stesso Alessandro – però bisogna apprezzare le cose positive, e questa decisione lo è». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



PEDOFILIA, ABOLITO IL SEGRETO PONTIFICIO DA PAPA FRANCESCO

Non può non avere una valenza doppia, visto la data in cui arriva, la decisione storica di Papa Francesco di abolire il segreto pontificio per le cause canoniche di abusi sessuali su minori. Una stretta sul tema dei preti pedofili, scandalo diffuso e responsabile di una perdita di fiducia senza precedenti nei confronti della Chiesa, annunciata nell’Istruzione “Sulla riservatezza delle cause” pubblicata oggi, 17 dicembre,giorno del compleanno di BergoglioNon sono coperti dal segreto pontificio le denunce, i processi e le decisioni“. Nel testo si afferma anche che “a chi effettua la segnalazione, alla persona che afferma di essere stata offesa e ai testimoni non può essere imposto alcun vincolo di silenzio riguardo ai fatti di causa“. Come riportato dal Corriere della Sera, il giurista Giuseppe Dalla Torre, già presidente del Tribunale Vaticano, spiega che il provvedimento “riguarda sia le procedure che si svolgono in sede locale, sia quelle che hanno luogo a Roma, presso la Congregazione per la Dottrina della Fede“. Resta in vigore il “segreto d’ufficio“, come in ogni ordinamento giuridico, ma l’Istruzione papale stabilisce che “il segreto d’ufficio non osta all’adempimento degli obblighi stabiliti in ogni luogo alle leggi statali, compresi gli eventuali obblighi di segnalazione, nonché all’esecuzione delle richieste esecutive delle autorità giudiziarie civili”. Tradotto: i magistrati civili degli altri Paesi potranno avere accesso agli atti dei processi canonici. Finalmente.



PRETI PEDOFILI, PAPA FRANCESCO ABOLISCE SEGRETO PONTIFICIO

Da questa scelta di Papa Francesco è lecito attendersi tutta la chiarezza che in questi anni da più parti era stata richiesta alla Chiesa su un tema delicato e doloroso come quello dei preti pedofili. Basta leggere le dichiarazioni di Andrea Tornielli, direttore editoriale del Dicastero vaticano per la comunicazione: “Le denunce, le testimonianze e i documenti processuali relativi ai casi di abuso conservati negli archivi dei Dicasteri vaticani come pure quelli che si trovano negli archivi delle diocesi, e che fino ad oggi erano sottoposti al segreto pontificio, potranno essere consegnati ai magistrati inquirenti dei rispettivi Paesi che li richiedano. Un segno di apertura, di disponibilità, di trasparenza, di collaborazione con le autorità civili“. Lo stesso Tornielli aggiunge: “Il bene dei bambini e dei ragazzi deve sempre venire prima di qualsiasi tutela del segreto, anche di quello “pontificio”. Il rescritto, ovviamente, non intacca in alcun modo il sigillo sacramentale, cioè il segreto della confessione, che è tutt’altra cosa dal segreto pontificio sugli atti e le testimonianze. Né significa che i documenti dei processi debbano diventare di dominio pubblico e siano dunque destinati alla divulgazione. La riservatezza per le vittime e per i testimoni dovrà essere sempre tutelata. Ma ora la documentazione dovrà essere messa a disposizione delle autorità civili per le indagini riguardanti i casi già interessati da un procedimento canonico“.



PAPA FRANCESCO, TUTTI I PASSI DI UNA SVOLTA

L’accelerazione nella ricerca della massima trasparenza da parte di Papa Francesco segue la svolta impressa con il Motu Proprio Vos estis lux mundi, “Voi siete la luce del mondo“, firmato dal Santo Padre il 7 maggio contro i crimini pedofili e gli abusi sessuali. Nel “Rescriptum” cui è allegata l’Istruzione, vengono estesi inoltre i margini che caratterizzano il reato di pedopornografia, ovvero “l’acquisizione o la detenzione o la divulgazione, a fine di libidine, di immagini pornografiche“, punibile prima se i soggetti ripresi nelle immagini avevano fino a 14 anni, adesso valido fino ai 18. Il testo raccoglie le istanze migliorative frutto dell’incontro sulla protezione dei minori avvenuto in Vaticano il mese di febbraio scorso. Già con il Motu Proprio il Papa aveva stabilito l’obbligo di aprire entro un anno sportelli pubblici in ogni diocesi del mondo al fine di raccogliere eventuali denunce di abusi sessuali. Una decisione alla quale era stato associato l’obbligo per preti, religiosi e religiose di “segnalare tempestivamente” ogni crimine alle autorità ecclesiastiche, salvo incorrere – in caso di insabbiamenti e coperture – in una categoria specifica di crimine. Viene dunque accolta la richiesta del cardinale tedesco Reinhard Marx, tra i più stretti consiglieri del Papa, che aveva chiesto l’abolizione del segreto pontificio, definito dal documento «Secreta continere» del 1974. Nel giorno del suo compleanno, Papa Francesco invece di aspettare un dono, ha fatto un regalo a sé stesso e ai cattolici.