Pretty Woman, in onda su Rai 1, nonostante non sia più un film recente è una favola moderna. Una di quelle in cui l’eroina vince grazie alla sua rivalsa e si trasforma da ultima a prima. Una donna costretta a fare la prostituta che incontra e si innamora di un milionario dal cuore d’oro, pronta a tornare là dove prima veniva derisa. La trama di questo film suscitò anche diverse polemiche all’uscita nelle sale, ma sicuramente si tratta di un film che ha fatto presa sul pubblico italiano di tutte le età. C’è grande curiosità di capire se oggi ancora i giovani si rispecchiano nel bello e tenebroso Richard Gere o nell’effervescente Julia Roberts. All’uscita nei cinema i due erano considerati delle vere e proprie icone sexy con il pubblico di tutto il mondo che li idolatrava. Passati gli anni rimangono due perni di Hollywood anche se nell’età della maturità sia artistica che naturale. Fatto sta che Pretty Woman rimane uno di quei film che più lo si guarda e più viene voglia di guardarlo ancora. (agg. di Matteo Fantozzi)



PRETTY WOMAN TORNA SUL PICCOLO SCHERMO

Torna questa sera sul piccolo schermo “Pretty Woman”, un classico della commedia rosa Anni Novanta, un film che uno dei protagonisti ebbe sorprendentemente a dire che era una “stupida commediola” ma che nel corso degli ultimi 30 anni ha acquisito lo statuto di pellicola di culto oltre ad aver ispirato tutta una serie di emuli più o meno riusciti sul sempre fecondo filone dell’amore -solo all’apparenza possibile, dato che la celluloide fa miracoli…- tra il principe azzurro e la ragazza acqua e sapone che, nel caso del film di Garry Marshall, acqua e sapone lo era anche troppo e che si allontanava dalla classica figura della Cenerentola dato che è una prostituta. Il film che ha consacrato definitivamente un Richard Gere all’apice della fama e una Julia Roberts che per quell’interpretazione agli Oscar dell’anno dopo ricevette pure una nomination per il ruolo di Miglior Attrice Non Protagonista, è uno di quegli scrigni da cui, più passa il tempo, e più emergono aneddoti, leggende e piccole curiosità che ancora oggi ne alimentano il mito: e spiegano anche perché la pellicola faccia parte di quel ‘catalogo’ estivo che viene riproposto puntualmente con successo sul piccolo schermo.



QUANDO LA COPPIA DOVEVA ESSERE PACINO-PFEIFFER…

Infatti la storia produttiva del film diretto dal compianto Garry Marshall, capace di incassare sin dalla sua uscita al botteghino oltre 460 milioni di dollari e rendendolo uno dei maggiori successi all’interno di questo filone “rosa” grazie anche all’omonima canzone di Roy Orbison, avrebbe potuto essere ben diversa se ad interpretare la coppia formata dal fascinoso uomo d’affari e dalla prostituto d’alto bordo ma con un animo da principessa fossero stati altri: come è noto, inizialmente nel cast di “Pretty Woman” dovevano figurare infatti Al Pacino e Michele Pfeiffer, anche quest’ultima negli Anni Novanta al top della carriera. Addirittura venne realizzata una versione dello script fatta su misura per Pacino ma i dubbi di Marshall portarono alla scelta di Gere che, come detto, inizialmente lo bollò come un copione “frivolo e superficiale”. Tuttavia, riguardo alla fase di scrittura del copione, un altro gustoso aneddoto era che “Pretty Woman” sarebbe dovuto essere un dramma, dai toni meno scanzonati della versione arrivata nelle sale. Quando la sceneggiatura finì nelle mani della Touchstone Pictures, ecco che alcune scene vennero modificate ma soprattutto si alleggerì il tono dello script ed è per questo che, accanto agli sceneggiatori ufficiali, ve ne sono altri “uncredited” che pure vi misero mano per realizzare una delle più fortunate commedie sentimentali di sempre.



IL RUOLO DELLA ROBERTS E LA FINTA LOCANDINA

Riguardo invece al ruolo di Julia Roberts, meno conosciuta dal grande pubblico rispetto a Gere in quel 1990, fu preferita non solo a Michelle Pfeiffer ma pure all’altra bionda Meg Ryan: e fu proprio la svolta da dramma a commedia che favorì la Roberts e colpì Marshall che la vide adatta per il tono più sognatore della pellicola che aveva in mente. Le prime scene sul set con Gere e la chimica che si stabilì tra di loro fece il resto: tra le curiosità c’è pure il fatto che, dato che la sua collega spesso era seminuda nelle scene erotiche, l’attore decise di presentarsi anche lui nudo sul set in segno di solidarietà. Infine, un ‘giallo’ o meglio un artifizio: la locandina che tutti abbiamo visto al cinema non era quella originale, dato che per il lancio di “Pretty Woman” fu realizzata un immagine finta, con tanto di fotomontaggio del volto di Julia Roberts sul corpo di un’altra attrice, Shelley Michelle, che era più provocante nella sua fisicità…