Nubifragi a Livorno (118 millimetri di pioggia in un’ora), tromba d’aria sul lago di Garda, colate di fango a Blevio, sul lago di Como, uragano Danielle in arrivo sull’Europa. Il surriscaldamento del clima, abbinato alle correnti fresche in arrivo dall’Atlantico, stanno creando problemi di maltempo. Coda di fine estate? Purtroppo no.
Secondo il Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine (Ecmwf), il massimo organismo internazionale che si occupa di previsioni meteorologiche, fino a 15 giorni, e anche di previsioni stagionali, fino a 12 mesi, anche il prossimo inverno dovrebbe essere caratterizzato da un andamento in linea con il trend climatico sempre più evidente a partire dagli anni 90. Quindi temperature in rialzo rispetto alle medie stagionali, come abbiamo appena visto in questa caldissima estate. Addirittura, è la previsione, le temperature da fine novembre in avanti potrebbero restare oltre la media di circa 1°C.
Un inverno meno rigido, dunque. La notizia non è positiva per quanto riguarda il riscaldamento globale, che continuerebbe dunque la sua marcia verso un clima più caldo con tutte le conseguenze del caso; lo è invece alla luce dei tagli energetici che sono contenuti nel piano di emergenza di riduzione e abbassamento dei riscaldamenti.
Secondo Vincenzo Levizzani, dirigente di ricerca dell’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Bologna, da noi interpellato, “le previsioni meteo, dal punto di vista strettamente scientifico, hanno validità solamente per le 72 ore successive, dopo di che si tratta di proiezioni con calcoli matematici che possono fornire solo una ipotesi dell’andamento climatico. In questo senso le indicazioni che riguardano il riscaldamento globale del pianeta sono note e confermate, e quindi la media delle temperature in aumento potrà verificarsi anche il prossimo inverno”.
Sempre secondo Levizzani, non è però il caso di lanciare un allarme che non dà scampo, perché “tutti coloro che stanno dicendo che l’estate appena trascorsa sia stata la più calda di sempre, ignorano che nei secoli si sono già verificate situazioni analoghe e anche temperature più torride”. Conferma il quasi sicuro andamento di temperature in crescita per il prossimo inverno anche Mario Giuliacci, già direttore del Centro Meteorologico Regionale di Milano Linate con il grado di colonnello. Ma con un’avvertenza: nuovi pericoli nelle previsioni meteo potrebbero arrivare dal Mediterraneo occidentale.
Secondo i principali centri meteo europei e americani, le previsioni meteo per il prossimo autunno e inverno indicano temperature ancora oltre le medie climatiche. Dopo una estate torrida avremo quindi anche un autunno caldo?
I modelli mondiali di riferimento indicano che sarà un autunno più caldo della media, cosa che è già avvenuta negli ultimi anni, quindi siamo in sintonia con il trend del riscaldamento globale.
Questo porterà a un nuovo periodo di siccità?
La presenza degli anticicloni nordafricani rischia di portare meno piogge. Ma c’è un aspetto che va sottolineato.
Ci dica.
Questa estate le acque del Mediterraneo occidentale, a ovest della Sardegna e in prossimità delle Baleari, si sono fortemente surriscaldate. E di molto: stiamo parlando di un’anomalia di circa 4-7 gradi oltre le medie di riferimento. Questo vuol dire che ogni perturbazione proveniente dall’Atlantico assorbirà così tanto calore che, marciando verso l’Italia, verranno a crearsi fenomeni di piogge torrenziali, che i terreni non riusciranno ad assorbire immediatamente.
Quindi secondo le sue previsioni meteo dobbiamo aspettarci nuove frane, inondazioni e trombe d’aria?
Il rischio rispetto al passato sarà che le perturbazioni che arrivano siano potenzialmente molto più pericolose, perché se l’acqua caduta in tre giorni è tanta e il suolo non riesce ad assorbirla, a causa della siccità incombente, scorre e va subito a ingrossare i torrenti. Il rischio è duplice: da una parte, un minor numero di piogge, ma quelle poche possono risultare nefaste. Sarà un autunno meno piovoso e più caldo, ma con eventi più intensi che possono creare qualche preoccupazione anche dal punto di vista idrogeologico.
Il piano del governo allo studio per ottenere risparmi energetici per il prossimo inverno prevede l’abbassamento di un grado dei termosifoni. Questo, secondo lei, avrà un impatto sulle persone, tenendo conto che, appunto, le temperature autunnali saranno comunque più alte?
Per la maggior parte delle persone no. Le percezioni termiche sono molto soggettive. C’è chi con 20 gradi sente caldo e chi sente freddo. Bisogna distinguere: ci sono due categorie che scientificamente sono più freddolose nel 90% dei casi, e sono le donne e gli anziani. Questi ultimi perché hanno una capacità ridotta di termoregolare il corpo, mentre le donne perché, come dicono studi clinici, avvertono mezzo grado di temperatura in meno. C’è un esempio molto semplice: quando avverto qualche linea di febbre e la misuro, il termometro mi dice che ho 37 gradi, quindi prima di usare il termometro avvertivo mezzo grado in più. Se la temperatura è mezzo grado o un grado in meno, alcuni lo avvertiranno sicuramente e altrettanto inevitabilmente si lamenteranno.
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