Il fenomeno è ben noto anche in Italia dove viene chiamato “shrinkflation“. Si tratta in buona sostanza della cattiva pratica che porta le confezioni a farsi più piccole, il contenuto a diventare più leggero, senza però che il prezzo scenda. Una pratica che comporta, nei fatti, un aumento “indiretto” dello scontrino e che tende a confondere i consumatori, contro la quale in Francia è scesa in campo la grande distribuzione alimentare.
Carrefour e Intermarché hanno infatti annunciato di avere dato il via alla segnalazione dei prodotti alimentari che subiscono la cosiddetta sgrammatura attraverso apposite etichette dove campeggia in bella mostra questa scritta: “Questo prodotto ha visto la sua grammatura ridursi e il prezzo praticato dal nostro fornitore aumentare”. Una scritta che, a parere delle insegne, consentirà ai consumatori di operare scelte più consapevoli. A essere interessati dalla misura, che inasprisce il confronto tra fornitori e distributori, sono attualmente 122 i prodotti di marchi noti.
Intanto, sempre oltralpe, atteso per ottobre un progetto di legge che obbliga le industrie a far figurare la sgrammatura nel caso in cui la confezione rimanga la stessa.
In Italia, invece, sul fenomeno sta indagando l’Antitrust. L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato un’istruttoria per assicurarsi che le strategie che vengono adottate dai produttori non costituiscano una pratica commerciale scorretta e violare così il Codice del Consumo. L’Antitrust accerterà quindi la trasparenza di queste modifiche che, se non corredate da un’etichetta esplicativa, saranno oggetto di un approfondimento.
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