Il prezzo del latte torna di attualità. Dopo le polemiche scoppiate questa estate, la contrattazione sembrava avere trovato un equilibrio. Sembrava, per l’appunto, perché il recentissimo accordo sottoscritto tra Italatte, società che fa capo alla multinazionale francese Lactalis e maggiore primo acquirente del latte nazionale con i marchi Cademartori, Galbani, Invernizzi e Parmalat, e i rappresentanti degli allevatori di Coldiretti e Confagricoltura rischia di sollevare un altro polverone.
L’intesa, che prevede la corresponsione di 57,5 centesimi al litro (Iva esclusa) per il periodo compreso da febbraio a giugno 2023, viene infatti criticata dalla Confederazione Produttori Agricoli Copagri. “A poco meno di un anno – sottolinea il presidente di Copagri Lombardia, Roberto Cavaliere – dall’ultima riunione del Tavolo di filiera del settore lattiero-caseario, istituito a novembre 2021 e riunitosi più volte fino a marzo 2022, e in una situazione nella quale i costi di produzione del latte stavano trovando la giusta compensazione nel prezzo definito alla fine del 2022, pari a circa 60 centesimi al litro, appare del tutto paradossale rimettere tutto in discussione sbandierando come grandi vittorie accordi che a oggi, secondo nostre stime, lascerebbero nelle tasche degli allevatori lombardi ben 120 milioni in meno. Simili accordi non possono e non devono essere presi come riferimento, sia a livello nazionale che a livello lombardo, in quanto siglati senza alcun riferimento normativo e valevoli esclusivamente per i sottoscrittori”, aggiunge Cavaliere, rimarcando che “nel bimestre compreso tra dicembre 2022 e gennaio 2023 tutto il mercato del Nord Europa ha fatto registrare una tenuta al rialzo del prezzo del latte, tendenza emersa anche durante i recenti vertici dello European Milk Board-EMB, nei quali è stata certificata la carenza produttiva e il consistente incremento dei costi di produzione a carico degli allevatori”.
Un punto quest’ultimo che è stato, e resta, molto critico. “L’emergenza Coronavirus prima e gli aumenti record dei costi dell’energia poi – ricorda Cavaliere -, uniti agli effetti delle speculazioni, dell’andamento climatico avverso e, non da ultimo, del drammatico conflitto in atto sul versante comunitario orientale, hanno fatto letteralmente esplodere i costi di produzione, che secondo nostre analisi oggi ammontano a circa 58/59 centesimi al litro”.
E da qui l’appello: “In ragione di quanto detto, e in particolar modo della sempre più stringente necessità di riaprire il confronto sulla possibilità di legare il prezzo del latte alla stalla a indicatori di mercato e a indici che certifichino i costi di produzione a carico degli allevatori – afferma Cavaliere -, chiediamo formalmente al ministero dell’Agricoltura la convocazione urgente di una nuova riunione del Tavolo latte”.
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