Come abbiamo visto a seguito del decreto aiuti bis, alcune società hanno modificato illegalmente i contratti in modalità unilaterale punto per questo motivo sono stati emanati sette provvedimenti contro sette società che coprono l’80% delle utenze italiane.
Ma è possibile modificare i prezzi di luce e gas? In realtà sì, ma soltanto per quanto riguarda i contratti scaduti. Senza infatti è previsto un blocco del prezzo luce e gas entro una certa data, il fornitore di energia non può assolutamente modificare le condizioni contrattuali in maniera unilaterale. Diverso è il caso in cui cessi di esistere il vincolo temporale per sopraggiunta scadenza.
Prezzo luce e gas: gli aumenti vietati fino a giugno 2023
In realtà il divieto è introdotto dal decreto aiuti bis è stato esteso anche al primo semestre del 2023 e quindi avrà la scadenza del 30 giugno rispetto alla precedente scadenza fissata al 30 Aprile 2023. Queste sono le novità contenute nel decreto milleproroghe approvato dal governo e che andrà al vaglio del parlamento. L’approvazione non cambierà però la sostanza del provvedimento.
È previsto il divieto di applicare le clausole contrattuali che consentono all’impresa fornitrice di “aggiornare le condizioni economiche contrattuali alla scadenza delle stesse, nel rispetto dei termini di preavviso contrattualmente previsto e Fermo restando il diritto di recesso della controparte”.
Prezzo luce e gas: si attende il possibile ricorso delle società
Orbene, l’autorità garante della concorrenza del mercato si è premurata di verificare che il decreto venga attuato correttamente da tutte le parti operanti nel settore. Per questo motivo i sette provvedimenti cautelari emanati nei confronti di sette società tra le più grandi del settore che ricoprono l’80% delle utenze italiane, potrebbe essere seguito da un secondo alert dell’Antitrust che attualmente potrebbe emanare altri quattro provvedimenti cautelari nei confronti di altre quattro società.
Ciò significa che la rimodulazione delle condizioni economiche dei contratti sono state effettuate unilateralmente da molte società appunto tutto questo però è considerato illegittimo. L’antitrust non ha intrapreso provvedimenti in favore dei consumatori, ma ha chiesto alle società coinvolte di fare un passo indietro. Alla base di questa decisione c’è la possibilità che le società possano fare ricorso e opporsi alla decisione dell’autorità.