Schizza alle stelle il prezzo della pasta e il ministro delle imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha dato mandato al Garante per la Sorveglianza dei Prezzi, Benedetto Mineo, di convocare la Commissione di allerta rapida per analizzare la situazione. Come ricorda Repubblica, nel solo mese di marzo il prezzo della pasta è salito del 17,5 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, in un contesto che però è stato caratterizzato dalla riduzione del prezzo della materia prima. La riunione, la prima creata con il Decreto trasparenza convertito in legge dal Parlamento in data 10 marzo, si terrà il prossimo 11 maggio alle ore 14:30 e alla stessa prenderanno parte anche le associazioni di categoria e dei consumatori.
Soddisfatta Assoutenti, che lo scorso aprile aveva segnalato il caso del rialzo eccessivo del presso della pasta, e che oggi parla di vittoria per i consumatori italiani: “Ad aprile abbiamo segnalato al Mimit e a Mister Prezzi alcune anomalie nell’andamento dei prezzi al dettaglio della pasta in Italia – le parole del presidente Furio Truzzi, membro della Commissione di allerta rapida e promotore della denuncia sul caro-pasta – In base al dossier realizzato da Assoutenti, tale prodotto ha subito nell’ultimo anno rincari fortissimi che non sembrano giustificati dalle quotazioni del grano. Ad esempio ad Ancona, città che vanta il prezzo più alto d’Italia, un chilo di pasta costava in media a marzo 2,44 euro (Modena 2,41 euro/kg, Cagliari 2,40 euro/kg, Bologna 2,39 euro/kg, Genova 2,38 euro al kg), e solo in 12 province i listini di spaghetti, rigatoni, penne ecc. risultavano inferiori ai 2 euro al kg”.
PREZZO DELLA PASTA ALLE STELLE, TOSCANA MAGLIA NERA
I maggiori rincari si sono avuti in Toscana, a cominciare dalla provincia di Siena, dove un chilo di pasta costa oggi 2,17 euro contro gli 1,37 di un anno fa. Male anche Firenze e Pistoia. Così infine Massimo Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori: “Attendiamo fatti. Urge una riduzione dei prezzi. Temiamo, viste le denunce ripetute fatte nei secoli, che la moral suasion serva molto a poco, anche se ovviamente speriamo di sbagliarci. Fino a che la speculazione non sarà definita come una pratica scorretta, si avranno sempre le armi spuntate contro i prezzi troppo alti, salvo vi siano prove di abusi di posizioni dominanti o di intese restrittive della concorrenza”.