Il price cap al gas è una vittoria oppure una sconfitta? In molti se lo stanno domandando dopo che nelle scorse ore al Consiglio Affari Energia con maggioranza qualificata è stato trovato l’accordo per 180 euro a megawattora. In merito, Davide Tabarelli, fondatore e presidente di Nomisma Energia, società di ricerca sull’energia e l’ambiente, ha le idee piuttosto chiare. L’esperto ne ha parlato in una analisi pubblicata tra le colonne di La Repubblica.



“L’Europa se la canta e se la suona sull’energia, con il Consiglio di ieri che, come i capponi di Renzo verso Azzeccagarbugli, litiga su tecnicismi, per dimenticare le questioni concrete, più spinose, come il fare rigassificatori, usare più carbone, evitare il collasso del nucleare francese e razionare la domanda”, così ha esordito Tabarelli. Poi la critica netta alla misura. “C’è voluto quasi un anno per arrivare ad un accordo a 180 euro per megawattora, molto più basso dei 275 euro proposti un mese fa e 9 volte la media di 20 euro di lungo termine”.



Price cap gas è una sconfitta? La risposta di Davide Tabarelli

Davide Tabarelli non ha dubbi in merito al fatto che il price cap sul gas sia una sconfitta, in quanto ritiene che l’accordo stipulato nelle scorse ore non funzionerà nella pratica. “Il tetto è alto per definizione e solo raramente deve entrare in vigore il meccanismo di sua applicazione, inutile confonderlo, come abbiamo fatto finora, con la soluzione al problema. Non sarà facile applicarlo perché si forma su una borsa a termine fortemente finanziarizzata, gestita fuori dall’Ue, a Londra, all’Ice. Essa ha già fatto sapere che non accetterà imposizioni di questo tipo e che potrebbe decidere di chiudere o di spostare la consegna fisica fuori da Amsterdam”, ha scritto.



I metodi per abbassare i prezzi, secondo il presidente di Nomisma Energia, sono altri. “Occorre più attenzione alle regole semplici dell’economia, che si applicano molto bene a quanto accaduto al mercato del gas in Europa. È venuto meno il 40% dell’offerta con il taglio russo e serve rimpiazzare questo ammanco oppure ridurre la domanda”, ha concluso.