TEST DEL DNA CONFERMA LA MORTE DI PRIGOZHIN: LE ALTRE NOVITÀ

I resti del corpo trovato a bordo dell’aereo precipitato lo scorso 23 agosto sono di Yevgheny Prigozhin, leader e fondatore del Gruppo Wagner: la conferma arriva ora dalla Russia con il test del Dna effettuato dalla commissione d’inchiesta russa sull’incidente aereo che ha posto la fine del leader dei mercenari al soldo del Cremlino.



Nell’ambito delle indagini sull’incidente aereo avvenuto nell’Oblast di Tver, è stata effettuata una profonda analisi genetico-molecolare – ha annunciato il Comitato investigativo in un comunicato apparso domenica mattina. In base ai risultati, è stata stabilita l’identità di tutti e 10 i morti, «Corrisponde alla lista dei passeggeri pubblicata». Prigozhin è morto e come lui anche il suo numero 2, Dmitry Utkin, sul jet decollato da Mosca e diretto verso San Pietroburgo la scorsa settimana: 7 passeggeri e 3 membri dell’equipaggio hanno perso la vita in una dinamica ancora tutta da verificare.



COSA ANCORA NON TORNA SULL’AEREO DI PRIGOZHIN: PRECIPITATO? ABBATTUTO? BOMBA A BORDO?

La dichiarazione della Commissione infatti non chiarisce ancora alcun dettaglio sulla dinamica dell’incidente aereo, se non appunto che le teorie circa la presenza a bordo di un sosia-controfigura di Prigozhin sono prive di fondamento. È suo il corpo ed è dunque davvero morto il capo della Wagner in circostanze che però restano ancora ampiamente “misteriose”: sabotaggio dell’aereo? Bomba a bordo? Missile russo lo ha abbattuto? Mossa dell’Occidente? O dei fiancheggiatori russi del Cremlino? Tutte le piste restano ancora aperte e i mistero aleggia sopra la morte dell’ex cuoco di Putin.



La tesi più accreditata, al momento, è quella del sabotaggio con una bomba a bordo nascosta nella cambusa e fatta esplodere durante il volo: restano però elementi non chiari come quelli riportati dal quotidiano russo “Moskovsky Komsomolets” che ieri ha reso noto come vi siano stati due presunti potenziali acquirenti dell’aereo di Prigozhin che si erano presentati poco prima del volo “fatale” per il capo della Wagner. L’ispezione del velivolo sarebbe durata circa un’ora e i due avrebbero detto che lavoravano per “RusJet”, cosa poi però rivelatasi falsa dopo l’attentato e le prime indagini effettuate. Uno dei due tra l’altro non aveva neanche passaporto russo e di entrambi si sono perse le tracce dopo lo schianto al suolo: a tutto questo si aggiungono i recenti comportamenti anomali di Prigozhin – che era sempre più diffidente e spostava voli/orari all’ultimo per paura di un attentato. Da ultimo, più fonti in Russia riportano del clima molto teso, con Putin urlante, nel loro ultimo vertice appena prima dell’incidente aereo fuori Mosca: nel video apparso sul canale Telegram vicino alla Wagner si vede in queste ore Prigozhin inveire contro Mosca dopo la fallita “marcia”, «Siamo a un punto di ebollizione. Io non mento, perciò meglio per loro uccidermi. Onestamente dico che la Russia è sull’orlo del disastro. Se i bulloni non vengono subito aggiustati, l’aereo si sgretolerà in aria». Parole che rilette oggi risuonano quantomeno come “beffarde”…