«Apparentemente alle 4pm (23 ora italiana) il Partito Democratico dell’Iowa renderà noti i risultati del 50% dei seggi»: la spiega così l’inviata di Sky Tg24 Giovanna Pancheri, direttamente dal’Iowa, cogliendo l’evidente imbarazzo del Partito Democratico in merito ai ritardi incredibili nel conteggio dei voti per il primo, tradizionale, Stato delle Primarie Usa. L’attesa è parecchia anche se inevitabilmente per tutta la giornata (e non solo) il vero “vincitore” delle Primarie Dem sembra proprio essere Donald Trump che ha già “rivendicato” l’insuccesso dei rivali «sono io il vero vincitore, i Democratici non sanno neanche organizzare le proprie Primarie». Dal New Hampshire dove sono già arrivati in vista delle prossime Primarie Dem, i due potenziali sfidanti nei Caucus in Iowa lanciano i nuovi appelli lasciando sempre più in secondo piano il “front runner” della vigilia, ovvero Joe Biden: «Quando sarò candidato vinceremo così bene da mandare a casa non solo Trump ma getteremo il trumpismo stesso nella pattumiera a cui appartiene», attacca Pete Buttigieg in attesa ancora dei risultati dell’Iowa; gli fa eco l’altro favorito, Bernie Sanders, che attacca dal palco del suo ultimo comizio «Oggi in queste elezioni così importanti, il primo Stato del Paese ha votato decretando l’inizio della fine per Donald Trump. Ora è il turno della vittoria, grazie a tutti voi».
SFIDA SANDERS-BUTTIGIEG, DISFATTA BIDEN?
All’origine della totale disfatta del sistema di voto dei Democratici vi sarebbe un’app mai testata su grandi numeri: secondo fonti anonime del New York Times, l’applicazione scelta dai Democratici per cominciare i risultati delle Primarie Usa 2020 dai singoli seggi al comitato centrale non sarebbe stata sufficientemente testata su ampia base per poterla verificare al 100%. In questo modo i ritardi dei risultati sono quasi “comici”, con il conteggio manuale che si sta rivelando necessario per provare a concludere al più presto uno spoglio invece già completo e dichiarato ore fa dai Repubblicani (che usano un sistema più normale di voto con scrutinio segreto). Secondo i dati che circolano tra gli staff dei principali candidati, il testa a testa sarebbe ancora tra Bernie Sanders e Pete Buttigieg, con Joe Biden che potrebbe avvicinarsi ad una disfatta che potrà dire tanto della corsa Dem alla Casa Bianca dei prossimi mesi, specie per chi alla vigilia era dato come il potenziale “front runner” per contrastare Donald Trump in casa GOP.
CAOS CAUCUS: TRIONFA TRUMP, TILT VOTI PER I DEMOCRATICI
Oltre a guadagnare tutti e 38 i delegati in palio nel caucus Iowa, Donald Trump gongola dopo la prima tornata di Primarie Usa 2020 visto il flop semi-totale dei Democratici che non riescono a gestire il sistema di voto (molto particolare e anomalo, va detto) per eleggere i propri delegati nel piccolo ma importante stato americano. La macchina organizzativa del Partito Democratico va in tilt e a notte fonda negli States non si conoscono ancora i risultati dei caucus dell’Iowa. «Crisi di nervi nel partito democratico. Non riescono a gestire i caucus e vogliono governare. No grazie», commentano subito dal quartier generale di Donald Trump, mentre il conteggio in casa Dem si fa complicato. Secondo lo staff di Bernie Sanders – dunque non dati ufficiali dell’Iowa – il senatore sarebbe in testa con il 29% dei voti, ma gli altri competitors al momento non sono per nulla d’accordo e danno invece ad esempio Buttigieg in testa a testa con l’anziano senatore del Vermont. Praticamente si procede con il conteggio a mano dei voti in Iowa dopo che diversi problemi tecnici hanno mandato in tilt l’inserimento digitale dei dati arrivati dai vari distretti dello Stato: come riporta l’Ansa, dietro le spiegazioni di rito del Partito Dem che parla di «qualche disfunzione del sistema», vi sarebbe un caos totale con mancanza di contatti e linee intasate tra i seggi e la centrale operativa. Al netto di tutto, quando nelle prossime ore arriveranno i dati del conteggio manuale, il vero sconfitto potrebbe essere Joe Biden dato sotto Sanders e in competizione con Buttigieg, Warren e Klouchar per il ruolo di “secondo”.
CAUCUS IOWA, PARTONO LE PRIMARIE USA
Si apre nella notte italiana tra il 3 e il 4 febbraio la corsa verso le Elezioni Presidenziali Usa del prossimo autunno e come da tradizione sono le Primarie dei Caucus in Iowa ad aprire le danze alla lunga stagione elettorale americana. Sono i Democratici a rappresentare, tanto oggi quanto anche in tutti gli altri Stati, la vera sfida delle Primarie visto che dall’altra parte i Repubblicani hanno puntato sulla rielezione di Donald Trump per il suo secondo e ultimo mandato verso la Casa Bianca, con due candidati minori a sfidarlo come Bill Weld e Joe Walsh. Come già avvenuto molte volte in passato, questa particolarissima tradizione del Caucus (che spieghiamo qui sotto nel dettaglio, ndr) ha il merito di sbriciolare o innalzare una candidatura alla prima vera prova elettorale tra la popolazione Usa: sono 12 i candidati Dem che da questa sera fino al termine delle Primarie, con il Convegno Nazionale di metà luglio, si sfideranno per trovare il candidato unico anti-Trump. Joe Biden (ex vice Obama), i senatori Elizabeth Warren e Bernie Sanders, il sindaco di South Bend Pete Buttigieg e la senatrice Amy Klobuchar sono i veri “favoriti” alla corsa Dem, cui si aggiungono gli outsider Andrew Yang, Tulsi Gabbard e l’ex sindaco di New York Michael Bloomberg. Gli ultimi sondaggi effettuati da FiveThirtyEight vedono al momento Bernie Sanders al 28%, seguito da Biden al 27%, da Battigieg al 19% e da Elisabeth Warren attardata al 15%.
PRIMARIE DEMOCRATICI USA 2020: COME FUNZIONANO I CAUCUS?
Si chiamano Primarie Usa ma in realtà quelle in Iowa non lo sono propriamente: si chiamano infatti Caucus, ovvero letteralmente dalla tradizione degli indiani d’America “stare seduti per terra a gambe incrociate davanti alle tende”. Sono riunioni che avvengono in diversi seggi anche più disparati (chiese, circoli, case private) dove i partecipanti possono essere chiunque decida di “iscriversi” anche solo nominalmente al partito Democratico o Repubblicano. «Un “rappresentante” per ogni candidato in un angolo della sala espone le posizioni del suo preferito e invita i partecipanti alla riunione a unirsi al suo gruppetto», ben spiega Repubblica: si vota per alzata di mano e si può dunque intuire come non possano essere propriamente chiamate Elezioni Primarie. Sono però un utile “termometro” che spesso per alcuni candidati alle Primarie finali rappresenta un indicatore sull’interrompere o proseguire la candidatura. Dopo una prima fase del Caucus, illustra lo speciale YouTrend sulle Elezioni Usa 2020, «i sostenitori dei candidati che non hanno raggiunto la soglia di sbarramento, in quel seggio, possono lasciare il caucus oppure “riallinearsi” in un altro dei gruppetti dei candidati rimasti». A quel punto, dopo il “riallineamento” si fa una seconda votazione e i candidati si aggiudicano un numero di delegati di seggio: a questo punto, in base alla popolazione e al voto passato di ogni contea, i delegati di seggio vengono convertiti in 2.107 delegati statali. Da ultimo, spiega ancora YouTrend, i delegati statali dei candidati che hanno ottenuto almeno il 15% in tutti i 4 distretti elettorali dell’Iowa a livello di elezione nazionale in tutto lo stato faranno avanzare rispettivamente, 27 e 14 delegati nazionali. Un piccolo Stato dal valore altissimo perché “indirizza” spesso l’andamento delle Primarie: sarà così anche quest’anno?