Donald Trump e Joe Biden hanno vinto le rispettive primarie, Repubblica e Democratiche, negli stati della Georgia e in Mississipi. Il presidente americano ha così raggiunto il quorum necessario per la nomination alla Casa Bianca in vista delle elezioni del prossimo novembre 2024, così come riferito dalla CNN. Un traguardo comunque scontato quello del commander in chief, unico vero nome forte fra i Dem. E nelle prossime ore dovrebbe arrivare il lasciapassare anche per l’ex presidente degli Stati Unit, Donald Trump, che come il suo sfidante ha vinto le primarie in Georgia e Mississipi. Il tycoon texano è ora a un passo dalla nomination, e dovrà attendere l’esito delle primarie nello Stato di Washington e nelle Hawaii per poter ufficializzare la sua corsa alla Casa Bianca in vista del prossimo autunno.
Secondo la CNN, così come l’agenzia Ansa (in attesa dei risultati ufficiali), anche l’ex presidente avrebbe già ottenuto il numero di delegati necessario per la candidatura. Al momento ha 1.132 delegati e deve arrivare a 1.215. Nel corso dell’ultima tornata di primarie sono in gioco in totale 161 delegati e all’ex presidente ne bastano quindi 83 per avere il definitivo lasciapassare. In ogni caso era chiaro fin da subito che sarebbe stata una sfida a due fra Biden e Trump, dopo che l’unica contendente del tycoon, Haley, non è riuscita a convincere il popolo repubblicano.
PRIMARIE GEORGIA: VITTORIA DI TRUMP E BIDEN: PRONTA LA RIVINCITA, NON ACCADEVA DAL 1912
Il quotidiano Repubblica parla di “momento decisivo per una nazione a disagio” e la sfida fra Biden e Trump, la prima rivincita per la Casa Bianca dal 1912, sarà caratterizzata dalle divisioni politiche e culturali che hanno “fratturato” in qualche modo l’America negli ultimi anni.
Tra l’altro la Georgia sarà uno degli stati chiave durante le presidenziali di novembre, ed è proprio in quello stato che Trump chiese il riconteggio dei voti per trovarne 11.780 e ribaltare il successo di Biden. A pesare nelle elezioni potrebbero essere i quattro procedimenti penali nei confronti di Trump, anche se secondo alcuni analisti ed esperti di politica, alla fine l’accanimento verso il tycoon potrebbe rivelarsi un boomerang per i suoi detrattori.