IL CONFRONTO TV SULLE PRIMARIE PD A “MEZZ’ORA IN PIÙ”

Per il primo confronto tv sulle Primarie Pd c’erano tutti e 4 i candidati alla poltrona di nuovo Segretario del Partito Democratico: a “Mezz’ora in più”, andato in onda il pomeriggio domenicale su Rai 3, la padrona di casa Lucia Annunziata ha ospitato tutti assieme Stefano Bonaccini, Elly Schlein, Gianni Cuperlo e Paola De Micheli. Dopo aver approvato ieri in Assemblea Nazionale – l’ultima guidata da Enrico Letta – il “Manifesto per il nuovo Pd-Italia 2030”, i quattro sfidanti alle Primarie del 26 febbraio prossimo si sono confrontati sulle tematiche principali della politica di oggi, dalla crisi dem alle liti interne fino allo scontro-rapporto con gli altri partiti (dal Governo di Centrodestra ai rivali-alleati del M5s).



Il tema di un cambiamento strutturale è stato un po’ il denominatore di tutti gli interventi dei 4 candidati al Congresso Pd: chi più insistentemente – Elly Schlein, salvo poi però invocare il ritorno nel Partito Democratico di Speranza, Bersani e D’Alema – e chi invece in maniera più “moderata”, rilanciando però l’intenzione quantomeno di rinnovare la “classe dirigente”. Sul tavolo anche i temi “tradizionali”, come ambiente, lavoro, giovani, politiche sociali e welfare: non sono però mancate scintille specie sulle critiche a quanto fatto in passato dal Partito Democratico.



PRIMARIE PD, COSA HANNO DETTO BONACCINI, SCHLEIN, CUPERLO E DE MICHELI

Ecco qui di seguito in “pillole” i principali interventi dei 4 candidati alle Primarie Pd, a cominciare dalla tematica dirimente sul “cambiamento” interno alla struttura del Partito Democratico dopo il Congresso.

Elly Schlein
«La cambieremo questa classe dirigente», attacca la giovane deputata forte del sostegno interno di Franceschini, Provenzano e Orlando. «Credo siano tre le grandi questioni che il partito deve affrontare: il contrasto di ogni forma di diseguaglianza, garantendo la sanità pubblica per tutti, investendo di più nel welfare, nel diritto all’istruzione e alla casa; il tema del lavoro, con il salario minimo e una legge sulla rappresentanza per spazzare via i contratti pirata; e l’emergenza climatica, con un percorso che accompagni cittadini e imprese in una dimensione nuova. Dobbiamo ridurre l’orario di lavoro a parità di salario». Sul rientro degli ex scissionisti nel Pd, Schlein è convinta «A me interessa il ricongiungimento familiare con le persone perse per strada. Io sono felice di riabbracciare Roberto Speranza, abbiamo condiviso un percorso e ora vorrei fossimo coerenti con le impostazioni che prendiamo»



Stefano Bonaccini
Sempre a “Mezz’ora in più” il favorito finora sulle Primarie Pd ha ribadito che «La classe dirigente va cambiata ma senza rottamare nessuno. Se la classe dirigente non ci mette la faccia e, come è accaduto, non si candida in nessun collegio uninominale, vuol dire che è finita una stagione. Non dobbiamo avere paura di mettere qualcuno in panchina». Sul possibile rientro di D’Alema-Bersani-Speranza nel Pd il Governatore dell’Emilia Romagna spiega «Ieri Art.1 ha deciso di rientrare. A me interessa poco rientrino  dirigenti ed ex dirigenti, mi interessa ritornino le persone che abbiamo perso per strada». Se dovesse diventare segretario Pd, conclude Bonaccini «torneremo al governo solo dopo aver vinto le elezioni, basta essere aggrappati al potere. La vocazione maggioritaria non è autosufficienza. Solo un pazzo penserebbe di non doversi alleare con nessuno, ma farlo senza subalternità e senza cedere voti, anzi andando a riconquistare voti a destra».

Gianni Cuperlo
Il candidato della nomenklatura più a sinistra del Pd, indica la strada da seguire ammettendo su molti temi di essere in accordo con Schlein: «Io non penso che abbiamo rinunciato ai valori, non siamo sempre stati conseguenti a quei valori. Io il Jobs act non l’ho votato, non per disturbare chi era al timone in quel momento, ma perché pensavo potesse provocare un urto con le persone che rappresentiamo». In merito alla lotta interna tra le correnti Dem, Cuperlo rilancia «Se mettiamo a confronto le nostre piattaforme, le cose che abbiamo detto io le condivido tutte. Non penso che abbiamo rinunciato ai valori, ma il problema è che non sempre siamo stati all’altezza delle coerenze di quei valori». Sulle larghe intese avute dal Pd negli ultimi due governi, l’ex Presidente Dem attacca «Se avessimo consultato i nostri iscritti prima di dire sì al Governo con i 5S o al Governo Draghi avremmo avuto dietro di noi una comunità. Art-1 rientra? Ero dispiaciuto quando il gruppo è uscito dal Pd».

Paola De Micheli
Da ultimo, la quarta candidata alle Primarie Pd critica pesantemente la conduzione passata della Segreteria Dem: «Il Pd ha perso perché ci siamo persi. Noi abbiamo rappresentato chi ce la fa e chi ce l’ha fatta. E c’è ancora nel nostro partito chi vuole fare ‘un po’ e un po’. È mancato il coraggio delle scelte nette. Io non credo sia sufficiente ammettere che il Jobs act sia stato un errore, dobbiamo riscriverle da zero le regole sul lavoro non stare lì a cincischiare su minimi correttivi». In merito ai cambiamenti interni al partito, De Micheli aggiunge «serve un cambiamento del modello di partito, altrimenti non basterà cambiare classe dirigente. Abbiamo cambiato per nove volte e non è successo. Se cambi solo classe dirigente non cambia niente». Da ultimo, un commento sulla possibile tenuta del Governo Meloni: «Una notizia smentita è un notizia confermata. È evidente che Meloni non apprezza l’autonomia su argomenti sensibili dei ministri, le visioni diverse. Questa maggioranza è stabile numericamente, politicamente vedremo».