LITE TOTALE NEL PD SULLE PRIMARIE: ZERO INTESA SU DATA E VOTO ONLINE
Non c’è accordo in casa Dem: a poco più di un mese dalle Primarie Pd, è ancora guerra totale su data e modalità delle votazioni. In sostanza, non c’è intesa praticamente su nulla: la riunione fiume di questo martedì 10 gennaio al Largo del Nazareno non ha prodotto alcun risultato in vista della Direzione Nazionale di domani davanti al dimissionario Segretario Enrico Letta. Riuniti in sede Pd tutti i responsabili delle mozioni in campo per il Congresso – oltre ai responsabili dell’esecutivo Marco Meloni e Stefano Vaccari – ma senza trovare un accordo unanime sulla data (fissate le Primarie Pd il 19 febbraio, si chiede slittamento al 26 per andare in contro ai circoli Lazio-Lombardia che hanno da organizzare le Elezioni Regionali il 12-13 febbraio) o sulla proposta della candidata Elly Schlein sul voto online.
«Quella sul voto online è una proposta complementare al voto nei gazebo, che e’ un fatto identitario per il Pd. Anche io sono tra quanti hanno voglia di andare ai gazebo per ritrovarsi, per conoscersi. Ma quella e’ una proposta volta a dare uno strumento in più, perché se guardiamo al dato drammatico di astensionismo record delle politiche, che coincide con le classi più povere, rischiamo di vedere sempre meno partecipazione delle fasce più fragili», spiega la deputata ex vice Governatore dell’Emilia Romagna, «il Pd ha già provato questo sistema per le primarie dei candidati sindaco di Roma, Bologna e Torino e ha poco a che fare con il sistema adottato da altri partiti e movimenti perché e’ un sistema sicuro, attraverso identificazione certa, con lo Spid, non replicabile e che non permette ne’ di risalire al voto espresso né di modificarlo». Contrari alla proposta Bonaccini e De Micheli, mentre Gianni Cuperlo si dice già più possibilista anche se non resta «una questione dirimente». Sul tema della data ci sarebbe anche l’accordo sui 4 principali candidati alle Primarie ma l’impasse sul voto online sta bloccando tutto: la road map affrontata oggi dagli “sherpa” delle quattro mozioni prevede slittamento del voto ai gazebo il 26 febbraio, voto nei circoli al 19 febbraio e slittamento dei termini del tesseramento alla prima settimana di febbraio. Un accordo sarebbe stato trovato sul numero di firme da presentare per la candidatura: 1.500/2000, come nell’ultimo Congresso 2019, ergo meno del numero indicato nella prima lettera dello statuto sulle Primarie Pd 2023.
APPELLO DI LETTA AI CANDIDATI PRIMARIE PD: “SERVE UNANIMITÀ SULLE REGOLE”
Si cerca un’intesa ma l’area Schlein-Franceschini-Orlando-Provenzano-Boccia non intende rinunciare alla battaglie per le Primarie online affiancate ai gazebo: «Ritengo questa discussione surreale, il segretario nazionale dovevamo eleggerlo molto prima, dovevamo già averlo eletto a dicembre. Adesso si decida la data», lamenta il candidato dem alla Regione Lombardia, Pierfrancesco Majorino, assai critico sul “balletto” delle regole per le Primarie Pd. «Si voterà di persona nei circoli e di persona, per incontrarci e discutere, ai gazebo per le primarie. Credo ci sarà un nuovo calendario del voto al congresso che dovrebbe sollevare i circoli di Lazio e Lombardia dalla doppia incombenza di una campagna elettorale e congressuale faticose», fa sapere la candidata De Micheli. «Questa mattina ultimo incontro tra la segreteria e gli sherpa dei 4 candidati al Congresso in vista della Direzione di domani. Riunione aggiornata a questo pomeriggio alle ore 18:30. L’obiettivo, in linea con il profilo di terzietà e garanzia che Letta intende mantenere, è arrivare alla Direzione con una soluzione condivisa tra tutti i candidati sulle regole del Congresso e la data delle primarie», fa sapere una fonte del Nazareno all’Adnkronos, confermata poco dopo dall’appello di Letta che nel pomeriggio ha sentito tutti i candidati.
«Le regole del congresso devono essere condivise. Questa è stata fin dall’inizio la nostra stella polare. Niente forzature e niente lacerazioni», ribadisce il Segretario uscente del Partito Democratico. «Serve senso di responsabilità per non guastare un percorso – che tra l’altro ha portato oltre 18000 persone a dire la propria e a impegnarsi con i questionari della ‘Bussola’ – con fratture che in questo momento vanno assolutamente evitate», ribadiscono dal comitato centrale del Pd in vista delle Primarie. Se sulla data alla fine una quadra verrà trovata, sul voto online delle Primarie rischia di ripercuotersi in sede congressuale: «Chi non lo vuole, se ne assumerà la responsabilità», spiega una fonte dem a “La Stampa” in appoggio al “Sì” per la proposta di Schlein sulle Primarie Pd. Si teme infatti una bassa affluenza ai gazebo, dovuta alla crisi del Pd nazionale – gli ultimi sondaggi Swg danno i Dem al 14% – e anche al fatto che a meno di 2 mesi dal voto ancora non si quando si vota e come.