Cedar Rapids non è una città conosciuta. Nemmeno negli Usa. D’altronde, quando sei il secondo centro urbano dell’Iowa non puoi sperare di divenire meta ambita di pellegrinaggi turistici. Cosa c’è a Cedar Rapids? È sede dell’Orchestra filarmonica dell’Iowa e dell’African American Historical Museum. Ha due squadre di medio livello, una di hockey su ghiaccio (i Roughiriders) e una di baseball (i Kernels) che certamente non raccolgono audience di pubblico degne di città come New York, Boston, Chicago o Los Angeles. Perché Cedar Rapids allora è un nome che da sabato scorso è meglio segnarsi sull’agenda politica del 2020? Per tre motivi.
Primo, l’Iowa è lo Stato che con le sue primarie da oggi segna il via ufficiale alla campagna elettorale per le presidenziali Usa del 3 novembre. Secondo, perché quella sera al palazzetto dello sport della seconda città dello Stato, Bernie Sanders ha tenuto un evento in vista proprio delle primarie Dem: si attendevano, in questo angolo di America rurale, conservatrice e profonda, al massimo 500 persone. Erano in 3mila. Terzo, Cedar Rapids è una delle cinque città al mondo per presenza di aziende che si occupano di lavorazione del mais. La Main street reale, gli Usa anti-establishment e agricolo-manifatturieri ante litteram: insomma, il bacino elettorale che nel 2016 ha mandato Donald Trump alla Casa Bianca. Ma lo stesso che nei mesi scorsi ha pagato il prezzo più alto alla guerra commerciale con la Cina, la stessa che ha invece garantito a Wall Street di sfondare un record dopo l’altro, anche grazie al sostegno diretto della Fed. E attenzione, il messaggio sta passando. Forte e chiaro.
Donald Trump ha lavorato unicamente per le élites che diceva di voler combattere, per la Borsa, per i dividendi e i bonus: la Real America l’ha dimenticata il giorno dopo aver preso possesso dello Studio Ovale. E ora, costretto com’è a tamponare, fra un accordo di pace storico sul Medio Oriente e una raffazzonata Fase uno proprio con la Cina, a Davos si è affrettato ad annunciare un nuovo taglio delle tasse, un secondo shock fiscale dopo quello della primavera 2018, questa volta tutto indirizzato alla classe media. “Entro tre mesi sarà realtà”, ha dichiarato il Presidente dal simposio nelle Alpi svizzere. La risposta, al netto dei sondaggi? I 3mila al comizio di Bernie Sanders in uno di quegli Stati lontani anni luce dai grattacieli di New York o dallo sfarzo oceanico di Los Angeles.
La riprova? Ce la offre questo grafico, elaborato da Bloomberg nel corso del weekend: l’indice Standard&Poor’s 500 ha concluso il mese di gennaio in calo dello 0,2%, mentre il bilancio della Fed nel medesimo arco temporale è calato a causa di redemptions obbligate (anche sulle aste term di dicembre) dello 0,3%. L’ennesima coincidenza? Oppure è tutto un giochino in favore, per l’ennesima volta, di Wall Street e dei suoi profitti?
Devono essere cominciati a chiederselo anche e soprattutto a Cedar Rapids. E se 3mila persone in un palazzetto possono sembrare nulla a livello numerico in un Paese sterminato come gli Usa e a inizio campagna elettorale, qualcosa di estremamente fragile a livello simbolico pare essersi invece rotto dopo sabato scorso. Mentre infatti gli Stati Uniti si preparavano al Super Bowl di football e alla visione al suo interno degli spot elettorale multi-milionari dei due frontmen in pectore per la sfida di novembre, Donald Trump e Michael Bloomberg, gli osservatori più attenti alle dinamiche della Real America notavano altro. Ovvero che per la prima volta, l’attesissimo e seguitissimo Des Moines Register/CNN/Mediacom Iowa Poll veniva cancellato.
Di cosa si tratta? Del sondaggio che rivela, di fatto, quale candidato abbia vinto in Iowa, quale sia la scelta di campo dello Stato. Il motivo? L’ex sindaco di South Bend in Indiana e ora candidato alle primarie, Pete Buttigieg, ha presentato una denuncia, poiché a suo dire un proprio simpatizzante avrebbe riscontrato anomalie nella conduzione del sondaggio. Puff, sparito. “L’unico sondaggio che davvero conti prima di quello che unicamente conta, ovvero quello finale, è stato cancellato. Ma che lo pubblichino o no, io penso che tutti abbiano un’idea ben chiara su chi sia in vantaggio in Iowa”, ha sentenziato il direttore dell’Iowa Starting Line, Pat Rynard. Ovvero, Bernie Sanders. E non basta, perché non solo la stampa locale ha voluto dire la sua. Anche quella mainstream e nazionale: “Certo, le folle non sono tutto. Ma, altresì, non sono nemmeno niente. Non si possono ignorare”, ha twittato Alex Seitz-Wald reporter della NBC News.
Insomma, alla vigilia dell’apertura delle urne attesa per oggi in Iowa, dove sono attesi ancora più votanti dei 171mila che si recarono ai seggi nel 2016, le primarie Dem sono dovute ricorrere a un mezzuccio da “Repubblica della banane” per evitare che la scritta Il Re è nudo campeggiasse simbolicamente nel cielo dello Stato: da sempre, quel sondaggio condotto e pubblicato due giorni prima dell’avvio del voto è un barometro atteso e molto rispettato dagli analisti a livello nazionale, tanto da venir definito gold-standard. Meglio farlo sparire, questa volta. Anche perché lo strategist Democratico, Jeff Link, in un’intervista con l’Huffington Post è stato molto chiaro: “Mi attendo un’affluenza da record, qualcosa di vicino se non superiore alle 240mila persone del 2008”.
L’America profonda, quella lontana anni luce dai buybacks e dai dividendi di Wall Street, potrebbe aver varcato il Rubicone del bipolarismo rassicurante e mainstream, nel placido e laborioso Iowa. Brutte notizie per l’inquilino della Casa Bianca, perché se la Real America cercherà nelle urne vendetta per quanto le è stato promesso e negato negli ultimi quattro anni, l’indiziato numero uno per il payback time sarà proprio lui. E anche il miliardario Michael Bloomberg, cognome che più legato a Wall Street non si può, certamente non avrà la strada spianata. L’America profonda, il Mid-West piccolo borghese, come le proverbiali formiche nel suo piccolo si è incazzato ed è arrivato al paradosso storico di ascoltare la ricetta di un socialista dichiarato nella speranza di far rivivere il liberalissimo american dream? Se così fosse, prepariamoci ai fuochi d’artificio. E ad altri sondaggi annullati.