NEW YORK – Gli americani sono abili con le formule e non si preoccupano di abbellimenti quando si tratta di vincere. La politica non fa eccezione, e perché farsi scrupoli quando si può dire quello che si pensa e meglio ancora, quello che sembrano pensare tutti gli altri. “La maggioranza degli americani non vuole scegliere tra due presidenti di 80 anni”. Così dice Nikki Haley, l’unica candidata alle primarie del Grand Old Party (il Partito repubblicano, ndr) ancora in corsa contro Donald Trump, nel pieno della campagna per le primarie repubblicane in South Carolina di sabato 24 febbraio. Per sostenere la sua tesi, ha appena pubblicato uno spot pubblicitario intitolato Grumpy old men (vecchi brontoloni), in riferimento al film di Donald Petrie del 1993, in cui si vedono Joe Biden e Donald Trump affetti da vuoti di memoria e da altri problemi legati all’età.



Oggi Trump, ex presidente degli Stati Uniti, e Haley, ex governatore della South Carolina, si presenteranno agli elettori di questo Stato del sud-est degli Stati Uniti, famoso per le sue spiagge paradisiache ma soprattutto per la sua forte identità sudista. La guerra civile 1861-65 è iniziata in questo Stato, che all’epoca fu il primo a lasciare l’Unione e che ancora oggi è uno dei più conservatori del Paese.



Anche se il Partito repubblicano, per convinzione o per intimidazione, sembra aver già scelto il suo candidato, Nikki Haley – che dice di sé: “Sono sempre stata sottovalutata e questa è stata la mia forza” – non sta mollando la presa in questa campagna elettorale, nonostante il distacco di 11 punti che la separa da Trump. Da quando si è candidata contro di lui, Trump non ha mai smesso di prenderla in giro, chiamandola birdbrain (cervello di uccello) o Nimrata, il suo nome indiano, per ricordare le sue origini e mettere in dubbio la sua cittadinanza americana. Oggi Haley giocherà una carta importante, perché perdere la Carolina del Sud, sua roccaforte come governatore per 6 anni, significherebbe una significativa perdita di credibilità e legittimità.



Da un lato, Nikki Haley, 51 anni, secondo gli analisti politici è riuscita finora a condurre una campagna intelligente. Solo un anno fa, all’inizio della campagna, i sondaggi la davano al 4%, ben dietro ai favoriti Donald Trump e Ron DeSantis. Oggi è riuscita a trovare una sua voce nel campo repubblicano e a conquistare un elettorato moderato, in particolare donne della classe media che si identificano con la buona amica che la sua empatia e il suo umorismo in ogni circostanza le fanno rappresentare. Le fa sentire meno in colpa per aver votato per Donald Trump alle scorse elezioni: “Ho votato per lui nel 2020 e non c’è nulla da rimpiangere”. La donna che vuole affermarsi “contro il caos del passato” secondo le sue stesse parole e parla di “chiarezza morale” chiamando una nuova generazione di leader conservatori seduce centristi, moderati e indipendenti che non si riconoscono più nell’ex presidente.

Dall’altro lato, Nikki Haley rimane quella che Joe Biden definisce una “repubblicana tradizionale”, un’esplicita conservatrice di destra. Fervente ambasciatrice di un liberismo sfrenato, si è battuta in passato contro i piani di salvataggio di banche e case automobilistiche, contro le spese federali e contro il piano Obamacare per migliorare la copertura sanitaria degli americani, “troppo interventista e costosa” secondo lei. La donna, che ha fatto campagna per il ritiro del suo Paese dall’Accordo sul clima di Parigi e che occasionalmente appare con “Moms for liberty” (Mamme per la Libertà), il movimento che milita per la censura di alcuni libri nelle scuole, spera certamente di trarre vantaggio dall’ondata di “Anyone but Trump” (Chiunque ma non Trump) che sembra attraversare una parte dell’elettorato repubblicano.

La strada per vedere una donna primo presidente degli Stati Uniti è ancora lunga e Trump sembra aver il Partito Repubblicano sotto controllo. Ma Nikki Haley ha dimostrato un notevole acume e abilità politica in un ambiente in cui la percezione sembra prevalere sulla realtà. L’esito del voto di oggi ci aiuterà ad avere una idea più chiara del futuro, non solo degli Stati Uniti, ma anche del nostro.

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